Roma Appia. Giornata enditnow® 2022

Roma Appia. Giornata enditnow® 2022

Beatriz Ambrosetti – Sabato 19 novembre, abbiamo avuto nella nostra chiesa avventista di Roma Appia un bel programma con una buona partecipazione. Il 25 novembre di ogni anno ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, instituita dall’Onu. La chiesa avventista la ricorda, nel sabato più prossimo a questa data, con la Giornata enditnow® e dire “basta”, con voce sempre più forte, a ogni forma di violenza e abusi. Per l’occasione abbiamo istituito il “Posto occupato” nella nostra chiesa di Roma Appia per sensibilizzarci a questi temi purtroppo così attuali. Quest’anno l’argomento è stato “Abuso di potere”. Lina Ferrara, coordinatrice nazionale dei Ministeri Femminili, ci ha detto che dobbiamo stare attenti ed essere responsabili delle nostre azioni per non cadere in questo tipo di comportamento. Il nostro esempio rimane sempre Gesù!

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Bari. Giornata contro la violenza e gli abusi

Bari. Giornata contro la violenza e gli abusi

Santa Abiusi – Sabato 26 novembre, la chiesa avventista di Bari, come ogni anno, ha dedicato una giornata per dire basta alla violenza: enditnow® 2022. Il tema, “Abuso di potere”, è stato trattato la mattina nel sermone e il pomeriggio in un seminario.

Sermone 
Partendo da due oggetti, un coltello e una scultura in legno, abbiamo capito che il potere in sé non è né buono né cattivo; dipende dal modo in cui viene utilizzato. Come un intagliatore può usare un utensile affilato per creare una bellissima scultura, così lo stesso utensile può essere usato per ferire. L’analisi di diverse storie bibliche ha messo in luce che Dio non lascia impuniti coloro che abusano del loro potere. Siamo esortati a non occultare le situazioni di abuso quando ne veniamo a conoscenza, anche se fossero interni alla chiesa. Dobbiamo vivere con senso di responsabilità il ruolo che abbiamo, rispettando i nostri limiti e il nostro potere.

Seminario
Nel seminario pomeridiano, i presenti sono stati suddivisi in gruppi per discutere ed esaminare le varie situazioni di abuso con cui ci confrontiamo spesso nel corso della vita. A ogni gruppo sono stati forniti degli esempi di storie che toccavano le diverse categorie di abuso. Alla fine dell’attività ogni gruppo ha illustrato la situazione presa in esame e ha suggerito gli interventi necessari per una proficua risoluzione.

Conclusione 
L’insegnamento che abbiamo ricevuto da questa Giornata enditnow® è che la gestione del potere, se plasmata dallo Spirito Santo, può farci diventare artigiani e collaboratori di Dio per rendere questo mondo un posto migliore, e guidare le persone verso un futuro radioso, verso la vita eterna (cfr. Efesini 4:1-3).

Clicca qui per guardare la registrazione del sermone.

 

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Quando “essere d’aiuto” diventa spiritualmente offensivo

Quando “essere d’aiuto” diventa spiritualmente offensivo

Come possiamo riconoscerlo e prevenirlo nelle nostre chiese e comunità?

Questo articolo si basa su una presentazione fatta dall'autrice al team della Regione transeuropea della Chiesa avventista, a St. Albans, in Inghilterra. Nella trascrizione è stato mantenuto un linguaggio discorsivo. Lo pubblichiamo qui in occasione della Giornata enditnow® 2022

Karen Holford – La Bibbia ci incoraggia più volte ad aiutarci a vicenda, a essere amorevoli, a dire o fare cose positive ed edificanti. Tutto ciò è facile per la maggior parte di noi e possiamo davvero aiutare e incoraggiare qualcuno che vive una crisi. Ma a volte, nei nostri sforzi per dare aiuto, facciamo o diciamo qualcosa che è doloroso. Il nostro comportamento abbatte quella persona, creando una situazione che può essere dannosa o addirittura, a volte, abusiva.

In genere non si tratta del commento sconsiderato occasionale, che non è comunque giusto, bensì è il modo più costante di pensare, parlare e comportarsi che è dannoso per gli altri. Una cosa inutile o malsana da dire potrebbe suonare così: 
“Perché oggi non hai preso il pane della santa Cena?”. 
“Oh, sono intollerante al frumento. Se lo mangiassi, starei male per sei settimane”. 
“Beh, questo dimostra una completa mancanza di fede in Dio. Se credessi in Dio, mangeresti il pane della santa Cena e lui si prenderebbe cura di te”.

Riconoscere l’abuso spirituale 
Come possiamo capire quando qualcosa che diciamo o facciamo passa dall’essere semplicemente “non utile” o “insano” all'essere spiritualmente offensivo? 
Consideriamo una definizione. Se un approccio nocivo diventa un modello persistente di comportamento teso al controllo coercitivo, quel modello riflette la definizione di abuso psicologico con una logica religiosa. Può varcare la soglia dell’abuso spirituale. Gli autori di abusi spirituali sono generalmente persone della stessa fede e spesso si trovano in una posizione di potere all’interno della comunità spirituale o all’interno della famiglia.

Nel 2013, i sociologi L. Oakley e K. Kinmond hanno osservato: “L'abuso spirituale è la coercizione e il controllo di un individuo da parte di un altro in un contesto spirituale. Il bersaglio, o vittima, vive l’abuso spirituale come un attacco personale profondamente emotivo”.[1] 
Gli autori continuano: “Tale abuso può includere manipolazione e sfruttamento, responsabilità forzata, censura del processo decisionale, requisiti di segretezza e silenzio, pressione per conformarsi, uso improprio della Scrittura o del pulpito per controllare i comportamenti, requisito di obbedienza all’abusante, suggerimento che l’abusante ha una posizione 'divina', e isolamento dagli altri, specialmente da quelli esterni al contesto abusivo”.[2]

Motivi per giustificare l'abuso spirituale 
Ho riscontrato alcune “convinzioni inutili”, sostenute da abusatori, che spesso sono alla base dell’abuso che si verifica in contesti spirituali. Ecco sei motivi che ho sentito: 
1. “Sono responsabile della mia famiglia, della mia chiesa e devo fare tutto il necessario, anche se fa male, per aiutarli a essere perfetti”. 
2. “Sono il capo della famiglia, della chiesa e devo dimostrare di essere al comando”. 
3. “È giusto trattare la mia famiglia/i membri della chiesa e gli altri come voglio”. 
4. “Sono responsabile e tenuto a rendere conto della salvezza dei miei familiari e degli altri membri di chiesa; quindi, devo fare il possibile perché facciano le cose giuste”. 
5. “Nella mia vita mi sono sentito fuori controllo perché sono stato anche maltrattato, e ora provo sicurezza quando ho il controllo”. 
6. “I miei genitori mi hanno cresciuto in questo modo e sono ancora in chiesa, perciò, so che una disciplina inflessibile fa bene alle persone”.

Un esempio di abuso spirituale 
Consideriamo un esempio sulla decima e sull’amministrazione, e vediamo come potrebbe passare da un approccio sano a uno abusivo. 
Un approccio salutare sarebbe quello di dire qualcosa del tipo: “Abbiamo tutti possibilità diverse nel dare. Alcuni di noi hanno gravi difficoltà finanziarie. Dio lo comprende. Non vi è coercizione. Dona solo quanto ti senti pronto a dare secondo il tuo cuore e ciò che ritieni giusto dare. E se non puoi, va bene lo stesso. Dio capisce”. 
Allo stesso modo, un approccio non d’aiuto potrebbe suonare così: “Beh, se solo tu gestissi meglio le tue finanze, allora saresti in grado di dare di più alla chiesa. Se non spendessi così tanto per i vestiti, se non comprassi alimenti costosi e ti accontentassi di cose semplici, allora potresti dare di più alla chiesa”.

Un comportamento malsano si verifica quando le persone fanno pressioni su individui o gruppi affinché diano soldi alla chiesa o a un progetto correlato alla chiesa, dicendo: “Dio benedirà solo coloro che danno tanto”, o trattando le persone in modo diverso in base alla loro capacità di fare una donazione. Si manifesta anche quando qualcuno parla in modo cautelativo e critico con persone che non possono dare ciò che ci si aspetta e si desidera da loro, buttandole giù, giudicandole, essendo maleducati con loro e facendole vergognare, forse anche in pubblico.

Quando si cade nell’abuso spirituale, possono esserci richieste di donazione costanti, invadenti e coercitive, spesso supportate dalla Scrittura. Possono includere messaggi ed e-mail regolari inviati alle persone, confronti frequenti, richieste di più soldi o il suggerire che la fiducia in Dio si dimostra con quanto si dona. E se non dai molto, significa che non hai davvero fiducia in Dio. A volte si può arrivare a spaventose minacce di conseguenze spirituali, nel tentativo di usare la paura per costringere le persone a dare.

Se questo comportamento si ripete regolarmente e causa angoscia, è un abuso spirituale. Non è coerente con i valori fondamentali di una sana comunità spirituale, che consistono nell’amare Dio e gli altri. Se la vittima di questo comportamento è un bambino o un adulto vulnerabile, si tratta di una grave violazione delle pratiche di tutela. Incidenti di questo tipo dovrebbero essere segnalati attraverso i canali corretti all’interno della vostra comunità ecclesiale. È pericoloso quando un bambino è vittima di bullismo al fine di portare denaro per una buona causa o quando ci si approfitta di un adulto vulnerabile per fargli mettere tutti i risparmi in un progetto perché è la missione di Dio.

Aiutare chi ha subito abusi spirituali 
Gli effetti dell’abuso spirituale sono devastanti e possono distorcere o addirittura mandare in frantumi l’immagine che una persona ha di Dio. Non rappresenta un’immagine sana di Dio, che la Scrittura rivela essere amorevole, gentile e premuroso. Quando qualcuno subisce abusi spirituali, ne risentono la sua fede e fiducia in Dio e nella comunità spirituale. Si scoraggia e può arrivare a voler rinunciare a Dio.

“In effetti, i tassi di perpetrazione di abusi all’interno della chiesa sono più o meno gli stessi di quelli che si verificano nella popolazione in generale. È solo che spesso vengono spazzati sotto il tappeto, ignorati o cancellati. Le persone indossano le loro ‘facce da chiesa’ e fanno finta che tutto vada bene. Le chiese dovrebbero essere luoghi sicuri per le persone che subiscono abusi, dove possono trovare conforto, aiuto e guarigione. Purtroppo, la situazione è spesso l’esatto opposto, perché l’abuso delle Scritture per manipolare una donna affinché tolleri il male non si limita agli abusatori. Forse con le migliori intenzioni e spesso dettati dalla buona volontà, le chiese a volte usano la Bibbia per peggiorare la situazione di una donna, quando finalmente trova il coraggio di rivelare la sua situazione”.[3]

È importante imparare a riconoscere le situazioni che potrebbero verificarsi intorno a noi e cercare modi per portare guarigione. Se non facciamo parte della guarigione, potremmo essere parte del dolore. Un posto dove guardare è come Gesù ha vissuto la sua vita terrena. Nei Vangeli lo vediamo proteso sempre alla ricerca degli oppressi, degli emarginati, degli abusati, dei respinti, della donna colta in adulterio, della donna al pozzo.

Il Salmo 103 dice: “Il Signore è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di bontà. Egli non contesta in eterno, né serba la sua ira per sempre. Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere” (vv. 8-14).

Dio ha compassione perché è compassione. Sa come ci ha fatto. Sa che ci ha fatto di polvere e terra, e che diventiamo fangosi e fragili, e la polvere cade, e ci crepa e ci rompiamo. E Dio dice ti amo comunque. Ti ho fatto. Sei la mia preziosa figlia, il mio prezioso figlio. Niente mi impedirà di amarti. Voglio fare tutto il possibile per proteggerti, per risollevarti, per portarti gioia, per benedirti, perché ti amo.

Questo è il tipo di amore che Dio ha per noi. Vuole riempire i nostri cuori con quell’amore, in modo che fluisca verso coloro che ci circondano e scacci tutti gli abusi, per riempire quello spazio doloroso con amore, grazia e risate, gioia e compassione, abbracci, canzoni e cose meravigliose.

Un modo in cui possiamo essere parte della guarigione è conferire potere agli altri, incoraggiando le persone che vivono questi dolorosi contesti spirituali a sviluppare autonomia, non permettendo a se stesse di essere spinte verso il basso ed essere sopraffatte dalle pressioni e dalle manipolazioni di altre persone. Possiamo aiutarle a riconoscere che: “Questo è un abuso. Non lo tollero. Voglio trovare un’esperienza sana e spirituale”.

Vogliamo incoraggiarli a svilupparsi come individui che possono pensare da soli, che possono esprimere disaccordo o preoccupazione. Questo è il tipo di comunità che crea relazioni sane. Possiamo avere differenze, e possiamo essere in disaccordo, e tuttavia continuare ad amare gli altri. Non dobbiamo costringere le persone a credere a modo nostro o a farlo a modo nostro. Costringere o forzare altre persone a conformarsi a noi e a obbedirci non fa parte di una sana comunità cristiana.

Ci ascoltiamo. Mostriamo empatia. Ci prendiamo cura l’uno dell’altro. Ci proteggiamo a vicenda e ci diamo sicurezza. Soprattutto, cerchiamo di mostrare l’amore di Dio gli uni agli altri in ogni modo possibile. I superstiti [delle violenze] potrebbero voler cercare chiese e dirigenti ecclesiastici che abbiano una buona comprensione degli abusi spirituali, degli abusi domestici o di qualsiasi altra forma di abuso che potrebbe verificarsi.

Dobbiamo anche stare attenti che le nostre siano parole che benedicono, che edificano gli altri, parole che sono doni per coloro con i quali parliamo. A volte diremo cose senza pensare, mettendo pesi sulle persone, facendole sentire che devono essere perfette e comportarsi in un certo modo, o fare una certa cosa per essere amati da Dio o per essere perdonati. Dobbiamo fare attenzione che le nostre parole non abbiano sfumature sottili che potrebbero offendere una persona vulnerabile, o essere capite nel senso che l’ascoltatore non sia abbastanza bravo, abbastanza perfetto, amato abbastanza o non possa essere perdonato.

Amo il modo in cui Paolo lo esprime in Efesini 4: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l'ascolta” (v. 29)

Ogni giorno dovremmo chiederci: “Ciò che faccio e dico allontana le persone dal Signore e le porta ad avere paura di me e di Dio?”. E poi in risposta: “Quello che faccio e dico avvicina le persone a Dio e le aiuta a sperimentare il suo amore e il mio?”

Quale tipo di persona vogliamo essere davvero? Come possiamo portare buone notizie, pace e amore a chi soffre; guarire chi è ferito e confortare chi è angosciato?

Note 
[1] L. Oakley e K. Kinmond, Breaking the Silence on Spiritual Abuse, Palgrave Macmillan, Londra, 2013, p. 21. 
[2] Ibidem.
[3] H. Paynter, The Bible Doesn’t Tell Me So, Bible Reading Fellowship, Abingdon, U.K., 2020, pp. 15, 16. 

(Karen Holford è terapeuta familiare e direttrice dei Ministeri Femminili, in favore dei Bambini e della Famiglia presso la Regione transeuropea della Chiesa avventista)

[Fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

Abuso di potere

Abuso di potere

Torna la Giornata enditnow® – Gli avventisti dicono no alla violenza.

Lina Ferrara – I Ministeri Femminili della Chiesa avventista presentano la nuova Giornata enditnow® per dire “basta”, con voce ancora più forte, a ogni forma di violenza e abusi.
“Gli abusi non finiranno mai in questo mondo” esordisce Heather-Dawn Small, direttrice mondiale dei Ministeri Femminili, nell’introduzione alla Giornata 2022. Sembrerebbe una strada senza uscita se non avesse subito aggiunto : “Ma possiamo fare la differenza nella vita delle donne che incontriamo”. Queste sono parole che danno speranza e pongono l’accento sull’azione di ognuno. Perché “end it now” significa “facciamo finire ora (violenza e abusi); mettiamo subito un punto finale”.

La Giornata si  celebra quest’anno il 26 novembre nelle chiese avventiste in Italia, e vuole aumentare la consapevolezza su una problematica che non esclude nessuno ma riguarda tutti. Parlandone nel sermone il sabato mattina e confrontandoci nell’approfondimento del seminario nel pomeriggio, acquisiamo maggiore sensibilità. Così, forse, riusciremo a vedere i lividi sulle braccia o sulle gambe della nostra vicina, che prima non notavamo. Oppure ci chiederemo come mai quella ragazza del nostro palazzo, così allegra e spensierata, adesso è sempre silenziosa e incupita, e non esce quasi più. Saremo sensibili ai segnali che gli altri ci inviano, pure nelle nostre chiese.

La Giornata enditnow® mira anche a fornire gli strumenti per poter agire: sapere come accogliere e relazionarsi con le vittime di violenze e abusi; mai fare finta di niente e passare oltre quando si incontra un caso di abuso, ma sapere a chi rivolgersi.

Le chiese avventiste creano anche eventi per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza, come cortei, stand con materiale da distribuire ai passanti, flash mob, inaugurazione di panchine rosse contro il femminicidio, ecc. Ogni iniziativa è un passo avanti per affermare “enditnow®”.

Tema 2022 
“Abuso di potere” è l’argomento proposto quest’anno, un tema di cui non si parla molto, ma che si verifica anche nella nostra chiesa. Spesso releghiamo il concetto di potere nelle sfere della politica, della finanza e forse anche del mondo accademico, ed è facile pensare: “È una questione che non mi riguarda dato che non ho alcun potere”. Invece, se ci pensiamo bene, ognuno di noi ha potere in qualche ambito e tutti dobbiamo rispettarne i limiti. Il potere in sé non è “male”. Dipende da come viene usato. L’abuso si verifica quando qualcuno che ha potere approfitta di un’altra persona, o di un gruppo, a suo vantaggio. Può trattarsi di un dirigente, un insegnante, una persona carismatica, colta, ricca o altro ancora. E può avvenire anche nella comunità ecclesiale. Chi ha potere deve essere cosciente dei suoi limiti e delle sue responsabilità.

Ardis e Dick Stenbakken, autori delle risorse della Giornata enditnow® 2022, pongono una domanda cruciale: “Che tipo di relazione c’è tra coloro che ricoprono posizioni di influenza, o dirigenziali, e i membri di chiesa? Molte persone hanno vissuto esperienze dolorose di cui forse non hanno mai parlato e tuttavia vanno affrontate.

Il materiale in italiano, sermone e seminario, è stato tradotto dai Ministeri Femminili (MF) nazionali ed è stato inviato da tempo alle responsabili dei MF nelle chiese locali.
“Preghiamo per il successo di questa giornata” conclude la direttrice MF mondiale “Preghiamo che Dio vi dia la forza necessaria per affrontare l’argomento proposto. Preghiamo che il Signore benedica il vostro gruppo di lavoro e il programma che preparerete. Soprattutto preghiamo per coloro che riceveranno benedizioni perché qualcuno ha riconosciuto il loro dolore e gli ha teso una mano amorevole”.

Le risorse sono anche su ministerifemminili.avventista.it/

Ma perché proprio a me?

Ma perché proprio a me?


Nella trasmissione in diretta del 26 novembre Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il pastore avventista Davide Abiusi sul programma contro la violenza domestica EndItNow che si svolge il 27 novembre a Bologna. Nella seconda parte la trasmissione verte sul modo in cui un cristiano dovrebbe porsi di fronte alla sofferenza propria e degli altri. La prospettiva cristiana offre una prospettiva di speranza, ci dice il pastore Abiusi, nella consapevolezza però che non tutte le domande possono trovare già oggi una risposta soddisfacente. 

Portare pace in famiglia. Giornata enditnow® contro violenza e abusi

Portare pace in famiglia. Giornata enditnow® contro violenza e abusi

Lina Ferrara – Vorrei che la Giornata enditnow® 2021 sia l’ultima, che il forte grido innalzato in tutto il mondo il 25 novembre sia finalmente ascoltato. Vorrei che “stop” sia il punto finale alla sofferenza di tante donne, ragazze e bambine. Già, vorrei… Ma porre fine alla violenza continua a rimanere una preoccupazione globale.

Ogni anno, nel sabato più vicino alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), i Ministeri Femminili della Chiesa avventista in Italia organizzano la Giornata enditnow® per sensibilizzare le comunità di fede e aumentare la consapevolezza sulla violenza e gli abusi. “Portare pace in famiglia” è il tema 2021 e accende i riflettori in modo particolare sulla violenza giovanile e la pornografia.

“Non sono problemi di cui si discute normalmente nelle chiese” afferma la responsabile mondiale dei Ministeri Femminili nell’introduzione al materiale preparato per l’occasione.
“Sappiamo” aggiunge “che alcuni si sentiranno a disagio. Eppure, è fondamentale che riconosciamo il problema. Sui giornali leggiamo sempre più spesso di violenze perpetrate da e contro i giovani. Non possiamo più fingere che questo problema esista solo fuori dalle porte della nostra chiesa. I giovani non sono al sicuro!”.

E ha ragione, perché violenza e maltrattamenti sui minori sono in forte aumento anche in Italia. Lo denuncia Terre des Hommes nel suo dossier “Indifesa” presentato il 6 ottobre 2021. E le più colpite sono proprio le bambine.

Risorse  
Il sermone riprende il tema della giornata speciale. È stato scritto da Sarah McDugal, autrice, insegnante, formatrice per il recupero dagli abusi, fondatrice dell’associazione Wilderness toWild, Llc. Il suo testo è ricco di informazioni e di consigli che condivide a partire dalla Bibbia.

Il seminario, invece, parla di “Pericolosi cugini” e mostra come violenza e pornografia siano parenti stretti. L’una alimenta l’altra e viceversa. Nella sua dichiarazione ufficiale (votata nel 1990), la Chiesa avventista definisce la pornografia “distruttiva, umiliante, desensibilizzante e sfruttatrice”.

Con la moderna tecnologia è facile accedere a materiale porno tramite computer e cellulare. Terre des Hommes afferma che “complice il lockdown, in un anno in cui i reati telematici sono cresciuti del 13,9%, non stupisce che anche un reato come la detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minorenni sia in forte aumento, con un balzo del 14% delle vittime minorenni, e addirittura del 525% su 10 anni (2010-2020)”.

Cosa possiamo fare per eliminare tutto questo? I consigli di Sarah McDugal sono d’aiuto. “Cominciamo con l’essere disposti a fare tutto il necessario per rompere il silenzio” afferma.

Aggiornato il prontuario 
Nel 2015, il Dipartimento nazionale dei Ministeri Femminili ha prodotto il prontuario “Rompere il ciclo del silenzio”, un piccolo manuale pratico d’aiuto, consiglio e sensibilizzazione, facilmente consultabile. Prende in considerazione il linguaggio, la percezione e i modi della violenza, gli atti persecutori: mobbing, stalking, manipolazione affettiva, femminicidio. Le conseguenze sulla donna: di carattere fisico, relazionale e materiale, psicologico. Le conseguenze sui figli. Riporta in numeri utili a cui rivolgersi.

In questi giorni il prontuario è stato aggiornato. Chi desidera può richiederlo a ministerfemminili@avventisti.it

“Possa Dio benedire voi e me mentre preghiamo, parliamo e lavoriamo insieme contro la violenza” conclude McDugal “Insieme, possiamo rompere il silenzio. Insieme, possiamo mettere fine a tutto questo ora: enditnow®”.

Tutto il materiale per la giornata è disponibile sul sito ministerifemminili.uicca.it

Violenza sulle donne, 89 vittime al giorno

Violenza sulle donne, 89 vittime al giorno


Ogni giorno, in Italia, 89 donne sono vittime di reati di genere. Commessi soprattutto da mariti e compagni, nel 34 per cento dei casi; oppure dagli ex, è il 28 per cento delle aggressioni. Donne vittime di atti persecutori e abusi di ogni tipo: psicologici, fisici, sessuali. Fino al femminicidio. L’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della polizia racconta i numeri del dolore, ma anche del possibile riscatto e della speranza. Sempre più donne provano a fermare la violenza (da Repubblica del 23-11-2021).

Il 22 novembre è stata inaugurata una panchina rossa all’interno dell’Istituto Avventista per dire NO alla violenza di genere. L’evento rientrava tra le iniziative della giornata enditnow della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, per la prevenzione della violenza e degli abusi su donne e bambini, e della settimana contro la violenza sulle donne, promossa dal Quartiere 5 del Comune di Firenze.

Poco prima dell'inaugurazione Roberto Vacca ha intervistato Paola Alberti e Massimo Noli, i genitori di Michela, una giovane donna vittima di femminicidio cinque anni fa, brutalmente uccisa a coltellate dal marito.

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Lina Ferrara – La lotta alla violenza sulle donne e le bambine è una questione che sta a cuore ai Ministeri Femminili della Chiesa avventista. Ogni anno dedicano un sabato di novembre alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

La comunità avventista latino-americana di Vimodrone, nella città metropolitana di Milano, ha dato vita ad alcune iniziative per fermare la violenza di genere.
“Sabato 23 ottobre, nella piazza Unità d’Italia, con il permesso del Comune di Vimodrone e sotto la regia dei Ministeri Femminili, abbiamo organizzato una manifestazione pubblica contro la violenza sulle donne a cui hanno partecipato tutti i membri di chiesa” ha scritto Vittorio Boria nel comunicare l’evento.

Le donne hanno indossato sciarpe e creato una coreografia con ombrelli arancioni, il colore scelto dall’Onu per dire “no” alla violenza di genere. Hanno poi sfilato nella piazza mostrando cartelloni sul significato vero dell’amore e sulla necessità di denunciare gli abusi per fermare questa piaga. È stato anche un modo “per pubblicizzare l’evento del sabato successivo che si è tenuto nella nostra chiesa in occasione della Giornata enditnow, a cui hanno partecipato due ospiti speciali” ha aggiunto Boria.

Infatti, il 30 novembre, “dopo tanto tempo abbiamo avuto il privilegio di avere come ospite Franca Zucca, referente dei Ministeri Femminili in Lombardia, per la conclusione delle due giornate dedicate a enditnow ” ha scritto  Boria.
F. Zucca ha predicato durante il servizio di culto del sabato mattina ed è intervenuta alla conferenza nel pomeriggio dove ha trattato il tema “La violenza di fronte alla pornografia”.

Altro ospite speciale all’incontro pomeridiano è stato Franco Mazzarella, del coordinamento America Latina di Amnesty International Italia, che ha illustrato la campagna “Senza consenso è stupro: Io lo chiedo”.

Nel mese di novembre altre chiese avventiste dedicheranno un sabato alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

[Foto: Vittorio Boria]

La donna nella Chiesa e il problema della violenza domestica (anche nelle chiese)

La donna nella Chiesa e il problema della violenza domestica (anche nelle chiese)


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 27 ottobre 2021, Claudio Coppini e Roberto Vacca ospitano in trasmissione Pasqualina Ferrara, coordinatrice nazionale per i Ministeri Femminili della Chiesa Cristiana Avventista, che ci parla della "questione" femminile nel cristianesimo e della giornata "EndItNow" contro la violenza domestica.

Giornata enditnow®.  Uno spot contro violenza e abusi

Giornata enditnow®. Uno spot contro violenza e abusi

Lina Ferrara – La Giornata enditnow®-gli avventisti dicono no alla violenza e agli abusi è un’iniziativa globale della Chiesa per sensibilizzare, aumentare la consapevolezza individuale, la responsabilità e il coinvolgimento, e contribuire ad arginare la marea di questi terribili mali.

In questo anno di grande incertezza e di crisi sanitaria, economica e sociale, tanti hanno perso il lavoro e sono incapaci di gestire i bisogni quotidiani delle proprie famiglie. Il disagio può diventare insopportabile e sfociare in episodi di violenza. Il lockdown di primavera ha costretto tutti a restare a casa e le abitazioni sono diventate gabbie atroci per le donne vittime di violenza domestica.

Sabato 21 novembre è la Giornata enditnow®. I Giovani avventisti, insieme ai Ministeri Femminili, dicono basta a ogni forma di abuso e violenza.

E lo fanno con uno spot video.

Guardalo ora. 

Giornata enditnow – Gli avventisti dicono no alla violenza!

Giornata enditnow – Gli avventisti dicono no alla violenza!

In questo anno di grande incertezza e di crisi sanitaria, economica e sociale, il disagio può diventare insopportabile per molti e sfociare nella violenza. Sebbene possa colpire tutti, donne, bambini e anziani sono coloro che sopportano il peso maggiore degli abusi fisici, sessuali e psicologici. 

Durante il confinamento di primavera per il Covid-19, è stato osservato un aumento della violenza domestica. Altri sono stati colpiti in queste circostanze. Tante sono le persone che sono state ferite e che soffrono di vari problemi di salute a causa di abusi e violenze.

Sabato 21 novembre 2020 è la Giornata enditnow – gli avventisti dicono no alla violenza, un’iniziativa volta ad aumentare la consapevolezza individuale, la responsabilità e il coinvolgimento per contribuire a porre fine ogni forma di abusi e violenza in tutto il mondo.

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