Potenza. Sabato di lode per la nuova chiesa

Potenza. Sabato di lode per la nuova chiesa

Donata Mollica – Sabato 27 gennaio, la chiesa avventista di Potenza si è riunita per festeggiare e ringraziare il Signore per aver portato a compimento il sogno, atteso da decenni, di avere una chiesa di proprietà. L’opera è stata finalmente realizzata con l’acquisto dei locali di via Vienna 51, inaugurati nel 2021, che da qualche anno ospitano la comunità potentina.

L’eccezionalità dell’evento ha richiamato un’ampia partecipazione non solo di avventisti, arrivati da diversi territori e affrontando viaggi più o meno lunghi, ma anche di amici appartenenti ad altre realtà cristiane. 

La celebrazione è stata officiata dal past. Stefano Calà. Sono seguiti diversi interventi da parte dei presenti per lodare Dio con testimonianze e canti. Numerosi sono stati i messaggi di quanti, nutrendo un sincero affetto o un tenero ricordo nei confronti della comunità potentina ma impossibilitati a partecipare, hanno voluto ugualmente e sentitamente far recapitare i propri auguri.

La mattinata si è conclusa con una partecipata e gioiosa agape.

[Foto: Vincenzo Bochicchio]

 

 

 

 

Milano. Sabato speciale con il past. Iannò

Milano. Sabato speciale con il past. Iannò

Roberta Castiglioni – Sabato 16 marzo, abbiamo avuto il piacere di ospitare, nella nostra comunità avventista di Milano, il past. Roberto Iannò, direttore nazionale del Dipartimento dei Ministeri della Famiglia, e la moglie Anna Calà, entrambi impegnati nel ministero Ima (Incontro Matrimoniale Avventista) che ha come obiettivo quello di sostenere le coppie sposate così che possano migliorare la loro relazione.

Nella giornata, il past. Iannò ha affrontato alcuni aspetti legati alla tematica della resilienza. In particolare, durante il sermone, partendo dalle parole contenute in Filippesi 3:13-15, ci ha portato a riflettere su come l’esperienza della famiglia di Gesù possa essere d’aiuto e di incoraggiamento alle famiglie che oggi devono affrontare quotidianamente delle sfide.

Nell’approfondimento pomeridiano, invece, il pastore è entrato ancor più nello specifico, soffermandosi su cosa significa essere resilienti e presentando gli atteggiamenti che aiutano a trasformare un momento di crisi e di difficoltà in risorsa e opportunità.

[Foto: Roberta Castiglioni] 

 

 

 

 

Avventisti alla Milano Marathon 2024

Avventisti alla Milano Marathon 2024

Notizie Avventiste – Succederà di nuovo anche quest’anno! Una buona causa fa muovere il cuore e anche le gambe. È quanto faranno i gruppi della Chiesa avventista domenica 7 aprile, partecipando alla corsa a staffetta non competitiva che prevede una raccolta fondi solidale. Un appuntamento inserito nel programma più ampio della Milano Marathon, la manifestazione sportiva organizzata ogni anno nel capoluogo lombardo.

Anche Adra Italia, l’agenzia umanitaria avventista, parteciperà alla staffetta solidale della Milano Marathon.
Clicca qui per ascoltare l’intervista di radio Rvs a Debora Centorrino, segretaria dell’Opera Sociale Avventista, l’ente che si occupa della gestione dei fondi 8xmille della Chiesa avventista, a Dag Pontivk, direttore di Adra Italia, e a Elizabeth Arce Pinto, una dei corridori.

Si può già contribuire su https://www.retedeldono.it/progetto/hack4health

Camminiamo, anzi corriamo verso un futuro più salutare e gioioso per i nostri giovani e per tutta la società! 

 

 

 

 

Culto evangelico Rai Radio 1. Apparizioni

Culto evangelico Rai Radio 1. Apparizioni

Domenica 7 aprile, alle 6,35 del mattino, potremo ascoltare una nuova puntata del Culto evangelico sintonizzandoci su Rai Radio 1. Alberto Rocchini, pastora luterano, terrà la predicazione sul tema “Apparizioni”, basata sul testo di Giovanni 20:19-29.

Il programma proseguirà con il notiziario dal mondo evangelico e la segnalazione di alcuni appuntamenti.
Chiude la puntata la rubrica “Essere chiesa insieme” a cura di Paolo Naso.

Clicca qui per ascoltare le puntate del Culto evangelico già andate in onda. 

 

 

 

Volo oltre la nebbia al concorso “Tulipani di seta nera”

Volo oltre la nebbia al concorso “Tulipani di seta nera”

Notizie Avventiste – Il cortometraggio “Volo oltre la nebbia” partecipa al concorso “Tulipani di seta nera” 2024, la rassegna di audiovisivi brevi su tematiche sociali. 
“Volo oltre la nebbia”, per la regia di Daniel Vele, racconta l’esperienza drammatica di Emanuele, coinvolto fin da giovane nel mondo della droga. L’entourage, le condizioni familiari e le violenze lo spingono al consumo di stupefacenti, diventandone schiavo. La sua vita si è svolge tra rapine, ricoveri in ospedale, violenze e tre tentativi di suicidio. Un libro, usato come carta igienica in un bagno pubblico, diventa il suo tavolino per la cocaina, fino al giorno in cui inizia a leggerne le pagine rimaste. Quel libro è un Nuovo Testamento. E la vita di Emanuele cambia. Oggi è un uomo libero, ha un lavoro e una famiglia. Inoltre, da siero positivo, le ultime analisi lo mostrano guarito.

“Si tratta di un progetto interetnico e interconfessionale rivolto ai giovani” spiega Cornelio Lupu Benone, pastore avventista e produttore del corto “E racconta la storia vera di un giovane che ha vissuto per anni alla stazione Termini di Roma ed era uno dei senza fissa dimora che assistevamo”. 
Il cortometraggio, aggiunge Lupu, “è una dichiarazione contro la violenza, contro la droga, ma allo stesso tempo è un messaggio di speranza. È possibile uscire anche dalle peggiori situazioni della vita. C’è la forza, C’è la speranza. Il Signore ci è vicino in tutto quello che facciamo”.  

Anche in questa edizione 2024 di "Tulipani di seta nera", Rai Cinema Channel partecipa alla manifestazione. Le opere che riceveranno il maggior numero di visualizzazioni vinceranno il premio del pubblico “Premio Sorriso Rai Cinema Channel”. Il conteggio delle visualizzazioni terminerà il 9 maggio alle ore 12.00.

Vi invitiamo a visualizzare online il cortometraggio “Volo oltre la nebbia” al link: https://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-79ada89d-3f99-4035-a045-16f4bc121acb.html

E a condividere il link con il maggior numero di persone possibile,

 

 

 

CeCsur. Sociologia della cultura

CeCsur. Sociologia della cultura

Notizie Avventiste – Il Centro culturale di scienze umane e religiose (CeCsur) di Firenze invita a un nuovo incontro con “Libro Amico”.

Mercoledì 10 aprile, alle ore 11.00, sarà presentato il libro Sociologia della cultura. Una introduzione (Mondadori 2021) di Davide Ruggieri, sociologo dell’Università di Padova.

“Lo scopo di questo volume è fornire al lettore gli elementi essenziali per lo studio della sociologia della cultura: si tratta di uno sguardo panoramico sulle teorie sociologiche, sugli autori e sulle correnti di pensiero che si sono succedute storicamente nello sforzo di definire il ruolo della cultura nell’interazione umana, comprenderne il valore, i significati e le funzioni” si legge sul sito della casa editrice Mondadori.

L’appuntamento è presso la sala conferenze dell’Istituto avventista, in via Ellen Gould White 8 (zona Careggi, accanto al Cto) a Firenze. L’ingresso è gratuito.

L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming video su hopemedia.it/diretta-istituto-avventista
Per guardare le registrazioni di tutti gli incontri del CeCsur, visita l’archivio sul sito di HopeMedia Italia.

 

 

Fondazione Vita e Salute e Aido rinnovano la collaborazione

Fondazione Vita e Salute e Aido rinnovano la collaborazione

Un impegno per dire “sì” alla donazione degli organi e sostenere la prevenzione delle malattie legate allo stile di vita.

Notizie Avventiste – È stato rinnovato lo scorso 26 marzo l’accordo di collaborazione tra la Fondazione Vita e Salute (VeS) e l’Associazione Italiana Donatori Organi (Aido). Flavia Petrin, presidente di Aido, e Andrei Cretu, presidente della Fondazione VeS, hanno firmato il documento presso l’Istituto “Villa Aurora” di Firenze, nell’aula della Facoltà avventista di teologia.

“La donazione è un momento di luce nel buio della perdita” ha affermato Petrin “Il 2023, cinquantesimo anno di Aido, è stato un anno fantastico per quello che riguarda il numero di donazioni e trapianti, e questi risultati sono anche grazie a quello che abbiamo fatto. Per un trapianto ci vuole una donazione, per una donazione ci vuole il ‘sì’. Se non c’è il ‘sì’, tutto il resto non esiste”.

Questo è il terzo anno di collaborazione tra le due organizzazioni.
“Crediamo che Aido sia un partner di grande rilevanza” ha sottolineato Cretu “In questo momento storico l’opportunità di creare sinergia nel campo della prevenzione è altrettanto importante a quella di promuovere la cultura del servizio e del dono, dimensione etica importantissima anche per la Chiesa avventista”.

Grazie a questo accordo, sostenuto dalle risorse dell’8xmille della Chiesa avventista, Il mensile Vita&Salute, organo ufficiale della Fondazione, sarà veicolato agli abbonati della rivista L’Arcobaleno di Aido.
Pubblicata dalle Edizioni Adv dal 1952, Vita&Salute è storicamente la prima rivista a occuparsi di salute olistica e prevenzione tramite lo stile di vita.

Oltre a questa importante iniziativa editoriale, che affianca le identità delle due organizzazioni con forza e sinergia, l’impegno è quello di vedere anche collaborazioni territoriali che raggiungano le persone per fare informazione e rompere gli equivoci e le fake news in tema di Donazione degli organi e su cosa ci faccia bene e cosa no.

“La sfida che si profila per questo anno sarà quella di essere ancora più presenti, fianco a fianco, per sostenere la scelta del ‘sì’ alla donazione degli organi e divulgare i principi per mantenere uno stile di vita sano finalizzato alla prevenzione di tutte le patologie legate allo stile di vita e in particolare di quelle che possono richiedere un trapianto” ha dichiarato Leonardo Lega, direttore della Fondazione VeS.

L’appello della Fondazione Vita e Salute si unisce a quello dell’Associazione Italiana Donatori Organi, ed è diretto a tutti i cittadini: informatevi. Aido e Fondazione VeS si impegnano per accompagnare il cittadino verso la scelta consapevole. Che si scelga ciò che è meglio per ciascuno, ma che lo si faccia in modo informato e consapevole.

“Ognuno di noi ha un dovere di ordine sociale: esserci per gli altri. Ciascuno di noi poi può trovare un modo per essere utile, e ai ragazzi diciamo che non è una questione di organi e basta, è questione di… donati!” ha concluso Petrin.

Per amore del canto

Per amore del canto

“Tutti abbiamo dei doni. Il mio non è più speciale del tuo. Amo cantare, per me è come respirare”. Silvie Paladino, celebre cantante australiana, racconta la sua passione per la musica e per Dio, che testimonia con la sua voce.

Lee Dunstan – Da quando, all’età di 15 anni, salì sul palco per il concerto dell’Australia Day del 1987, con Ricky May, al Palais Theatre di Melbourne, Silvie Paladino si è affermata come una delle interpreti più versatili e talentuose d’Australia. 
Sebbene sia cresciuta in una famiglia cristiana, cosa che riconosce nei valori che oggi condivide, Paladino non ha sempre vissuto in stretto rapporto con Dio. Ha appena compiuto 40 anni e da quando, venticinquenne, ha mosso i suoi primi passi artistici, ha continuato a vivere e a lavorare in un campo in cui, come dice lei stessa, “non sei circondato da persone che la pensano allo stesso modo, e tu devi costantemente fissare gli occhi su Dio”.

Ma in che modo? “Ricordo a me stessa cosa voglio dalla vita e cosa Dio vuole da me. Nell’ambiente dello spettacolo è molto facile distrarsi”, racconta Silvie.

Rimanere con i piedi per terra 
Paladino ottenne alcuni riconoscimenti all’inizio della sua carriera quando, nel 1989, le fu offerto il ruolo di Éponine nel musical Les Misérables (I miserabili). Allora aveva 18 anni e visse un’esperienza straordinaria. La sua bravura venne apprezzata tanto che, nel 1992, interpretò lo stesso ruolo per la produzione londinese. La celebrità, tuttavia, non è mai stata qualcosa a cui aspirava da bambina o da adolescente, a differenza di molti giovani talenti di oggi, che bramano fama e fortuna in programmi come X Factor e Got Talent.

Pur riconoscendo la professionalità e l’integrità di artisti come Guy Sebastian, Paladino avvisa i giovani, soprattutto cristiani, che vogliono salire sul palco. Il suo consiglio è di rimanere con i piedi ben ancorati a terra, mettendo in guardia sul fatto che il mondo dello spettacolo può essere crudele e “può recare più danni che benefici”.

"Entrano in questo mondo per ragioni sbagliate, non per passione" commenta Silvie Paladino. “Ci sono molti cristiani nell’ambiente musicale che in qualche modo si sviano, ed è difficile per noi che vogliamo mantenere uno stile di vita cristiano. Questi programmi sono pericolosi anche per i bambini, perché ottengono tanta attenzione da parte dei media, ma a lungo termine è impossibile che una carriera rimanga per sempre sotto i riflettori”.

I successi australiani di Paladino comprendono ruoli in Hair, Cats, Miss Saigon, Mamma Mia! e più recentemente, Il re ed io. Ma il suo ruolo preferito e più bello è stato in Les Misérables, in cui ha interpretato anche Fantine, con i suoi temi fortemente spirituali e morali.

“È una storia meravigliosa” dice “Ma è duro recitarla così tante volte a settimana. È così ricca di emozione; Les Misérables ti prosciuga emotivamente oltre che fisicamente”.

È stato anche il suo momento più imbarazzante sul palco, quando, prima del suo grande numero nei panni di Éponine, di fronte al compianto Rob Guest, l’orlo del cappotto lungo fino alle caviglie si è incastrato mentre usciva dal palco e, ancora in scena, è caduta a faccia in giù. “Rimanevo lì sdraiata chiedendomi come avrei potuto andar via. Alla fine, sono strisciata fuori dal palco. Non è stata la mia migliore uscita".

Da sola 
Paladino ama il Natale e nel 2007 ha pubblicato un album a tema intitolato Silvie Paladino Christmas List. Il suo ultimo album si chiama On My Own. Vi si esibisce da sola, a differenza di altri suoi lavori.

È un titolo significativo, sostiene. Per la maggior parte della sua carriera artistica ha cantato nelle vesti di un personaggio teatrale e non come se stessa. Quindi in On My Own "sono me stessa, Silvie, invece di essere un personaggio".

Un sempreverde natalizio 
Ora è felicemente sposata e ha due figli, Christian, 11 anni, e Isabella, 8; ha limitato le esibizioni e soprattutto i tour. Qualcosa a cui però non può rinunciare è il momento dei canti natalizi: è diventata una tradizione. Quest’anno, oltre a una mezza dozzina di appuntamenti del genere, proporrà nuovamente la sua esibizione sul palco del Sidney Myer Music Bowl di Melbourne, nel corso del programma "Carols by Candlelight" di Channel 9 di Vision Australia. L’ha fatto così tante volte, dice, che “oramai faccio parte dell’arredamento!”.

“Quest’anno accadrà la stessa cosa. Verranno a prenderci in limousine, con i bambini, farò lo spettacolo e sarò agitata come al solito – sono sempre così nervosa! – poi tornerò a casa e preparerò l’albero e i regali. Dopotutto è il giorno della famiglia. L’intero mese di dicembre è davvero pazzesco”.

Non sono i riconoscimenti per la sua esibizione la cosa che trova soddisfacente, quanto l’interazione con gli spettatori, con i quali può condividere la verità dello spirito del Natale: “La nascita di Gesù e ciò che Lui ha fatto per noi".

“Per me il dono più incredibile, più di ogni altra cosa” racconta Silvie “è poter offrire il mio cuore e ciò che so di Gesù a persone che non hanno avuto l’opportunità di sentir parlare di Lui, soprattutto in qualcosa di così grande. Riesco a percepire ciò che la gente riceve dalle mie canzoni, che ne è stata toccata, facendole pensare a nostro Signore. Le persone conoscono il Natale ma non sanno perché lo celebrano. Sento che è una mia responsabilità comunicarglielo".

“Sono stato fortunata, in quanto Channel 9 ha accettato la mia proposta di inserire canzoni cristiane nel programma. C’è stato un tempo in cui trasmetteva solo canti natalizi e non sperimentava niente di diverso. È ‘Natale’ in quanto si parla di Dio, e non strettamente come canto natalizio. Il pubblico risponde e ora Canale 9 mi chiede semplicemente: ‘Silvie, cosa farai quest’anno?’".

Fare scelte appropriate
Anche se nel periodo natalizio, nel settore dello spettacolo può essere un vantaggio essere riconosciuti come cristiani, generalmente si tratta di un ambiente ostile. "Non siamo sempre circondati da persone che credono in ciò in cui crediamo noi; più vestiti ti togli, meglio è, quindi farne parte è difficile", afferma Paladino. “Mi sono state offerte cose che non mi andavano bene. Prego per questo; parlo con mio marito, Greg, mia mamma e mia sorella, e cerco di capire se sia positivo non solo per me, ma anche per gli altri vedermi sotto una certa luce”.

“Una volta ho fatto uno spettacolo che non sentivo mio, incoraggiata da altri mi convincevo che sarebbe andato tutto bene, quando il mio cuore diceva: ‘No, non è così!’. E me ne sono pentita. Ora mi affido al mio intuito e a quello che Dio mi suggerisce, non a quello che mi dicono le persone. Il modo in cui percepisco me stessa è importante; voglio essere vista fare solo le cose in cui credo”.

Relazionarsi con gli altri 
Silvie Paladino afferma di aver condiviso la sua fede con altri operatori del settore, ma ritiene che sia prudente aspettare che le venga rivolta una domanda. Le piace raccontare la concretezza e la realtà della sua esperienza di cristiana.

“Dico loro che ho trovato il Salvatore della mia vita e quanto sia meraviglioso, e come possa aggiustare tutto e rendere tutto nuovo. Faccio degli esempi reali di quello che è accaduto a me. Ho avuto molte opportunità di parlare alla gente e ho persino portato persone in chiesa. Alcune sono rimaste, altre no”.

Il suo impegno per Gesù si è concretizzato grazie alla testimonianza di altri interpreti cristiani, in particolare quando cantava nel musical Miss Saigon. Era ambientato in Vietnam e aveva un cast di artisti filippini, quasi tutti cristiani fiduciosi e testimoni.

"Erano semplicemente raggianti di bellezza, ma non all’esterno" dice “Si trattava di qualcos’altro e mi incuriosì. Erano adorabili. Un giorno ero con Joanna Ampil [Manila, 1975. Attrice e cantante filippina, ndt] e mi ha cantato ‘He is Wonderful’, un pezzo di Sandi Patty [Oklahoma City, 1956 Cantante di musica cristiana americana, ndt.]. Non so se sia perché sono una musicista, ma la musica è stata così potente, una linea diretta con lo Spirito. Quello è stato il momento in cui ho aperto il mio cuore e mi sono detta: ‘Voglio questo Dio nella mia vita’. È stato attraverso una canzone, per mezzo di una bellissima ragazza. Così, all’età di 30 anni, ho dedicato la mia vita a Dio. Da allora è parte della mia vita e di quella della mia famiglia".

Riguardo al suo talento e successo, Silvie racconta: “Spesso mi viene chiesto: ‘Come fai a interpretare quella canzone in quel modo?’. Ma non ne ho idea: apro semplicemente la bocca e mi viene. Non ho mai studiato molto la musica; credo solo che sia qualcosa per cui sono nata. Tutti abbiamo dei doni, il mio non è più speciale del tuo, e questo è il dono che Dio mi ha dato. Per me è come respirare. Amo cantare”.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

 

 

Parma. Bibbia Expo

Parma. Bibbia Expo

Franco Evangelisti – “La tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105). Ormai non mi stupisce più la voglia da parte delle persone di riscoprire il mondo della Bibbia assieme a un ritrovato interesse sulla ricerca della fede. È questo il pensiero che mi porto dietro dopo l’intensa esperienza di testimonianza sulla Parola di Dio vissuta dalla chiesa avventista di Parma, da sabato 16 a domenica 24 marzo.

La comunità ha aperto le sue porte alla città, condividendo la storia della Bibbia con le circa 200 persone che hanno visitato la Bibbia Expo, allestita nei locali della nostra chiesa. Tutti i visitatori hanno avuto solo parole di meraviglia e di ringraziamento per aver vissuto un’autentica esperienza di fede.

Alla cerimonia di inaugurazione, lunedì 18 marzo, sono intervenute diverse personalità provenienti dalle varie chiese cristiane presenti sul territorio, dal mondo universitario e dall’associazionismo parmense. Un gruppo interreligioso di danza ebraica ha dato inizio all’evento.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Campo famiglie 2024

Campo famiglie 2024

Roberto Iannò/Maria Antonietta CalàDall’11 al 18 agosto, nella meravigliosa cornice di Casuccia Visani, a Poppi (AR), si svolgerà il campo famiglie.

Saranno presenti: i coniugi Calliari, Patrizio (pastore) e Maria Antonietta Calà (direttrice associata del Dipartimento Famiglia), in qualità di direttori del campo; Lidia La Montanara (pastora) come animatrice della parte spirituale; Giuseppe Castro (psicologo-psicoterapeuta) come animatore della parte psicologica; la famiglia Alessio, Laura e Andrea Puglisi, per l’animazione musicale. Proseguirà anche quest’anno l’esperienza della versione 2.0: la partecipazione dell’Aisa e dei Ministeri Avventisti in favore dei Bambini (Mib) per curare le attività intergenerazionali (scarica la locandina).

Il costo è di 250 euro per il pernottamento in bungalow, e di 280 euro per il pernottamento in camera.
Disponibilità di sconti per bambini (la scontistica è indicata nella locandina).

La retta comprende la quota associativa d’iscrizione all’Aisa. per l’anno solare 2024. Coloro che risulteranno già iscritti all’Aisa godranno di uno sconto di 20 euro sulla retta pari alla quota associativa Aisa. già versata a livello locale. Lo stesso sconto si applicherà ai ragazzi dai 13 ai 15 anni.

Le prenotazioni sono già aperte e iniziano ad arrivare le prime iscrizioni. Vi invitiamo quindi ad approfittare di questa opportunità.

Per le iscrizioni e per ulteriori informazioni, rivolgersi a: centro@casucciavisani.it

È risorto!

È risorto!

Se mai esiste una nota di grazia nella storia, è questa!

David Neal – “Nella storia del mondo è stato compiuto un solo atto di amore puro, non macchiato da secondi fini: il dono di sé di Dio in Cristo sulla croce per i peccatori immeritevoli. Ecco perché, se cerchiamo una definizione di amore, non dobbiamo guardare in un dizionario, ma al Calvario".[1]

"Gesù!" esclamarono E in quel momento egli scomparve dalla loro vista. Dopo aver consumato a metà il loro pasto, i discepoli si ritrovarono di nuovo in stato di shock, alle prese con questo sorprendente capovolgimento degli eventi, sopraffatti, in uno stato di gioia quasi estatica.

In quella stanza buia e scura, li immagino alzarsi dalla tavola, guardarsi l’un l’altro sconcertati, controllarsi a vicenda per confermare i loro pensieri. “Avete visto quello che ho visto io? Lo sconosciuto? Era Gesù! Lo sapevo, lo sapevo!” esclamò Cleopa.
“Ed essi dissero l’uno all’altro: ‘Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?’” (Luca 24:32).

Cosa succede quando una persona è in cammino e diventa sempre più consapevole che Gesù non è solo una figura interessante nella storia? Cosa succede quando la storia di questa Persona pienamente Dio e pienamente uomo – la sua vita, i suoi insegnamenti e la sua capacità di vincere la morte, l’evento che la maggior parte di noi teme di più – ha un impatto sulla nostra esistenza a livello intellettuale ed emotivo? Cosa succede quando la luce si accende? Cos’è quel fuoco?

"Sentii il cuore stranamente riscaldarsi"  
Il 24 maggio 1738, John Wesley raccontò la storia del suo cammino. “La sera mi recai molto mal volentieri presso un’associazione in Aldersgate Street (Londra), dove si leggeva la prefazione di Lutero alla Lettera ai Romani. Verso le nove meno un quarto, mentre si descriveva il cambiamento che Dio opera nella persona mediante la fede in Cristo, sentii il mio cuore stranamente riscaldarsi. Sentii di confidare in Cristo, solo in lui, per la mia salvezza; e mi fu data la certezza che Cristo mi aveva tolto i peccati, i miei, e mi aveva salvato dalla legge del peccato e della morte”.[2] 
John Wesley, il fondatore del movimento metodista, visse l’esperienza del "cuore caldo” in quella che oggi è denominata la "Cappella di Wesley", ad Aldersgate, a Londra. 

Lasciamo Wesley ora, perché Luca continua a narrare la sua storia. Per essere sicuro di non perdere l’attenzione del lettore nemmeno per un secondo, racconta il senso di urgenza dei discepoli: “E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme” (Luca 24:33 pp.). 
Entusiasti per una notizia straordinariamente bella, la migliore in assoluto, passarono alla modalità “dobbiamo tornare a Gerusalemme e dirlo agli altri”. Non potevano aspettare fino al mattino per fare il viaggio di ritorno di sette miglia. E anche se avessero pernottato a Emmaus, avrebbero potuto dormire sapendo ciò che sapevano? Partirono.subito “e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro” (v. 33 up.).

È risorto, ma cosa significa? 
Se pensate che il vangelo abbia già raggiunto la sua luce massima in questo racconto, dovrei rispondere con un “sì, ma”, perché le parole “È risorto” sono la risposta a ogni domanda; ma ciò che Luca non ha ancora condiviso è il significato di questa affermazione.

Leggendo i commenti su Luca e su come scrive, alcuni autori affermano che ha un obiettivo teologico. E se fosse così? È il più bello della storia dell’universo! Il punto di vista più spassionato è quello di Donald Guthrie, che nella sua Introduzione al Nuovo Testamento sottolinea: "Nessuno negherebbe che lo scopo di Luca sia teologico", ma "è più vero dire che Luca fa emergere il significato teologico della storia".[3]

A differenza della Lettera di Paolo ai Romani, Luca non redige un trattato di teologia. Racconta una storia, e nella riga successiva di questa vicenda troviamo un’altra svolta inaspettata che dimostra il significato della risurrezione, e la teologia del vangelo che risplende come non mai. “Il Signore è veramente risorto” (Lu 24:34 pp), è una frase di per sé grandiosa, ma ancora incompleta. Per quanto queste parole siano emozionanti, rimane ancora l’elemento “e allora?”. Qual è il problema? Che differenza fa?

La nota di grazia nella storia 
“Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone” (Lu 24:34).
Avete letto quello che ho appena letto anche io? “…ed è apparso a Simone”? Simone il fifone? Ma davvero? Il tizio volgare che rinnegò Gesù? Perché Luca osa menzionare il pescatore della Galilea, sicuro di sé e schietto, che non ebbe il coraggio delle sue convinzioni? “Tutta bocca e niente azione”, direbbe qualcuno: una scusa sufficiente, se ce ne fosse bisogno, per cancellarlo dalla storia. Lasciamo che si perda nel racconto come discepolo fallito!

“Ma andate a dire… a Pietro” 
Tra i discepoli riuniti in quella camera a Gerusalemme, qualcuno avrebbe avuto motivo di chiedersi se Simone sarebbe stato il prossimo Giuda? Mentre il Vangelo di Marco riporta la storia della risurrezione (Mc 16:1-8), Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome incontrano il “giovane” seduto nel sepolcro. Egli dice loro: “Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui” (v. 6). E sorprendentemente anche in questo caso, Pietro viene menzionato in modo speciale: “Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea” (v. 7). Se mai vi è stata una nota di grazia nella storia, è questa!

E qual è il significato del vangelo? 
Luca e Marco avevano tutte le buone ragioni per cancellare Pietro dalla storia. Che imbarazzo! Ma non potevano, perché “il forestiero” che camminava sulla strada di Emmaus, che spiegava la storia della crocifissione dalla “legge e dalla testimonianza”, andò sulla croce per Pietro! E il senso del vangelo è: “Fate in modo che Pietro lo sappia!”,

Questa è la storia. Non ci sono più colpi di scena nel racconto di Luca. Nella complessità, nella confusione e disperazione del momento, Luca offre la speranza che cerchiamo. Certo, la speranza si trova nella Parola di Dio ma, lungi dall’essere parole aride e antiche, anche se sempre vere, è una storia di redenzione.

A chi di noi non è capitato di avere dei momenti da “Simone il fifone”? Chi di noi, nei periodi di crisi profonda e inaspettata, non ha faticato a prendere a cuore le frequenti parole “non temere” della Scrittura?[4] Vi è qualcuno che è confuso e dubbioso mentre cerca di affrontare e risolvere i complessi problemi della vita? Eppure, è proprio grazie alla risurrezione e al suo significato, e alla scelta di Pietro, che abbiamo la possibilità di trasformare questioni difficili, complesse e inquietanti in una calma profonda.

Per me sono riassunte al meglio in quattro parole del verso di un inno conosciuto: “Riscattati, guariti, risanati, perdonati”.[5]

Tre urrà per Dio, il fuoco dentro di noi brucia ancora!

(David Neal è direttore del Dipartimento Comunicazioni presso la Regione transeuropea della Chiesa avventista)

Note 
[1] John Stott, The Cross of Christ (La croce di Cristo), p. 212.  
[2] The Journal of the Reverend John Wesley (Il diario del reverendo John Wesley), vol. 1, p. 102. 
[3]. Donald Guthrie, “Luke’s Gospel”, New Testament Introduction, p. 94. 
[4] https://www.soulshepherding.org/fear-not-365-days-a-year/ 
[5] Terzo verso dell’inno di Henry F. Lyte (1793-1847), "Praise, My Soul, the King of Heaven".

[Fonte: tedNews. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

 

Il Marciapiede Didattico a Ragusa

Il Marciapiede Didattico a Ragusa

Abbattiamo i pregiudizi insieme alle barriere architettoniche è il messaggio dell’iniziativa di Adra Italia.

Notizie Avventiste – Il Marciapiede Didattico ha ripreso il suo viaggio itinerante in Sicilia. La struttura modulare che riproduce un normale marciapiede urbano, con tutte le difficoltà e gli ostacoli quasi invalicabili per una persona disabile, ha sostato a Ragusa, presso l’Istituto Comprensivo Statale “Francesco Crispi”, il 18 e 19 marzo. È stata “un’altra occasione per i ragazzi di mettersi nei panni degli altri” ha commentato Adra Italia sulla sua pagina Facebook.

Infatti, il progetto si propone di educare, abbattere le barriere e superare i pregiudizi mettendosi nei panni di chi è disabile e vivendo in prima persona la sua esperienza. Gli studenti senza problemi di deambulazione vengono invitati a percorrere il Marciapiede seduti in carrozzina, in questo modo si rendono subito conto di quanto un percorso del genere possa essere problematico per chi è disabile.

Prima e dopo il percorso, ragazze e ragazzi partecipano a momenti di discussione e di riflessione sul tema della disabilità, della diversità e del bullismo. 
“Disabilita il pregiudizio” è il motto che accompagna questa iniziativa che educa al rispetto della diversità e della dignità di ogni persona.

Alcune testate regionali e locali, come La Sicilia e VR Sicilia, hanno parlato dell’evento a Ragusa. VR ha realizzato anche un video; clicca qui per guardarlo.

Una ricerca sociale dell’Università di Firenze sul Marciapiede Didattico ha concluso che si tratta di un valido strumento per abbattere le barriere mentali, oltre che fisiche, nei confronti della disabilità e della diversità.

[Foto: Adra Italia Facebook ]

 

 

 

 

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