Potenziare l’editoria

Potenziare l’editoria

Si è concluso in Francia l’incontro dei responsabili delle pubblicazioni e delle case editrici avventiste europee.

Vanesa Pizzuto/Notizie Avventiste – Oltre 50 leader di pubblicazioni, case editrici e ospiti speciali si sono riuniti nel campus di Collonges-sous-Salève, l’università avventista in Francia, dal 18 al 22 febbraio, per esplorare le migliori pratiche e condividere testimonianze stimolanti. Il convegno sull’editoria avventista europea, organizzato dalle Regioni transeuropea (Ted), intereuropea (Eud), euroasiatica (Esd) e dall’Unione ucraina (Uuc) della denominazione, ha avuto come filo conduttore il tema “È Il nostro momento: oggi, non domani”.

Secondo Almir Marroni, direttore dei Ministeri per le Pubblicazioni presso la sede della Chiesa mondiale, l’evento ha avuto come obiettivo quello di “migliorare la collaborazione tra le istituzioni editoriali e i coordinatori dei Ministeri delle Pubblicazioni in tutta Europa, compresa la Regione euroasiatica”. Un dialogo aperto sulle opportunità e le sfide incontrate dalle varie case editrici può “promuovere l’unità e l’integrazione… ispirando tutti a continuare a esplorare metodi e strategie per coinvolgere ogni avventista nella condivisione della carta stampata”.

Il programma è stato ricco di rapporti delle Regioni sull’ultimo quinquennio (2019-2023) e di seminari che hanno esplorato i tre pilastri principali della distribuzione della letteratura avventista: i membri di chiesa, i colportori evengelisti e gli studenti che colportano.

Paulo Macedo, direttore del Dipartimento Comunicazioni all’Eud, ha presentato un seminario particolarmente commentato sulla promozione della sinergia strategica tra i dipartimenti della denominazione.
“Con le attuali tendenze nella comunicazione e nei media, la Chiesa ha un compito impegnativo e promettente da svolgere: riunire le strutture nella visione e nella cooperazione per la missione” ha affermato Macedo “In qualità di ex redattore e attuale responsabile delle Comunicazioni, è un privilegio lavorare verso questo obiettivo… I Ministeri per le Pubblicazioni hanno un’esperienza inestimabile e contenuti potenti. Le Comunicazioni e i media dispongono di mezzi e strumenti che potrebbero valorizzare questo bellissimo ministero. Possa Dio aiutarci a raggiungere una sinergia strategica”.

Nei sei giorni di incontri sono state organizzate anche delle visite educative, che hanno dato ai partecipanti la possibilità di esplorare l’eredità dei riformatori nelle strade di Ginevra, in Svizzera, e le intense narrazioni a Torre Pellice e al Museo Valdese, in Italia.
“Ciò che mi ha colpito di più è l’importanza di non permettere al tempo di erodere nelle nostre menti i sacrifici fatti da coloro che hanno apprezzato la verità della parola di Dio ancor più della vita stessa” ha commentato Trevor Johnson, direttore vendite della Stanborough Press (Regno Unito), durante la visita a Torre Pellice.

Prima che il convegno volgesse al termine dopo fruttuose discussioni, Marroni ha sintetizzato cinque raccomandazioni chiave per i leader dell’editoria e della distribuzione delle pubblicazioni avventiste:
– promuovere una maggiore sinergia in tutti gli ambiti della denominazione;
– cercare iniziative di distribuzione innovative e intenzionali in cui coinvolgere i membri delle chiese locali;
– cercare opportunità per rafforzare il lavoro dei colportori evangelisti che diffondono le pubblicazioni;
– esplorare la nicchia particolare delle pubblicazioni digitali e stampate;
– esplorare iniziative per mobilitare i giovani nella diffusione della letteratura avventista.

“I Ministeri per le Pubblicazioni esistono per sostenere la Chiesa, non il contrario” ha ricordato Marroni, sottolineandone le origini profetiche e il significato duraturo.

A conclusione, i partecipanti hanno evidenziato l’importanza di questo convegno nel promuovere e rafforzare i collegamenti tra le case editrici, e nel facilitare lo scambio di migliori pratiche.
“È stato bello ritrovare vecchi amici e conoscerne di nuovi in questo primo incontro ufficiale dell’editoria dopo la pandemia” ha detto Mario Martinelli, presidente della casa editrice Safeliz (Spagna) “Il volume di materiali prodotti negli ultimi anni è sbalorditivo… Personalmente sono incoraggiato a continuare a lavorare per portare avanti l’opera di Dio attraverso la parola stampata e i media digitali, insieme all’impegno di collaborazione all’interno della nostra comunità ecclesiale”.

Sulla stessa linea è Norbert Zens, tesoriere e direttore dei Ministeri per le Pubblicazioni all’Eud, che ha sottolineato il fondamento profetico e il ruolo centrale di questo ministero nella missione della Chiesa. “Sapendo da dove veniamo, ci rendiamo conto del futuro certo che abbiamo, con un ruolo centrale da svolgere nella missione della Chiesa” ha dichiarato.

António Carvalho, direttore della casa editrice Servir (Portogallo), non sapeva cosa aspettarsi dall’incontro, ma al termine ha affermato: “Questo programma è stato per me fonte di motivazione e ispirazione. Parafrasando il titolo di un famoso libro di Aldous Huxley (Il mondo nuovo), posso dire che ‘Il mondo nuovo delle pubblicazioni’ va avanti! Dio sia lodato per quello che fate attraverso le pagine stampate, in tutto il mondo!”.

“È stata una settimana di dialogo arricchente”, ha aggiunto Kristinn Odinsson, direttore di Dansk Bogforlag (casa editrice danese). In Danimarca, le vendite porta a porta sono vietate e ciò rende impossibile l’evangelizzazione tradizionale con le pubblicazioni.
“La carta stampata ha ancora un futuro” ha continuato Odinsson “ma dobbiamo cercare nuovi modi per distribuirla. Andando avanti, dobbiamo trovare strade innovative per far uscire i nostri libri. E abbiamo sicuramente bisogno di collaborare con i nostri Dipartimenti dei Media e delle Comunicazioni”.

[Foto: Vanesa Pizzuto, Adventist Media Exchange, CC BY 4 & Almir Marroni.  Fonte: Eud News. Traduzione: Lina Ferrara] 

Culto evangelico Rai Radio 1. Il vincolo della pace

Culto evangelico Rai Radio 1. Il vincolo della pace

Domenica 3 marzo, alle 6.35 del mattino, potremo ascoltare una nuova puntata del Culto evangelico sintonizzandoci su Rai Radio 1. Daniela Lucci, vicepresidente della Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei), terrà la predicazione dal titolo “Il vincolo della pace”, basata sul testo di Efesini 4:1-3.

Il programma proseguirà con il notiziario dal mondo evangelico e la segnalazione di alcuni appuntamenti.
Chiude la puntata la rubrica “Parliamone insieme” a cura di Luca Baratto.

Clicca qui per ascoltare le puntate del Culto evangelico già andate in onda.

Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Roberta Castiglioni – Il 17 febbraio, in occasione del sabato dedicato alla libertà religiosa, abbiamo avuto il piacere di ospitare, nella comunità avventista di Milano, Angelo Currò, esponente e collaboratore di Porte Aperte, l’organizzazione che dal 1955 si occupa di aiutare i cristiani perseguitati, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, formazione e assistenza direttamente nei luoghi in cui essi vivono.

Nel pomeriggio, Currò ha tenuto un approfondimento sulle con dizioni in cui vivono i cristiani in Corea del Nord, il Paese che nell’ultimo decennio ha sempre guidato la World Watch List, la classifica dei Paesi in cui la persecuzione è più estrema.

In particolare, ha condiviso le testimonianze di alcuni cristiani che, nonostante i rischi elevati e le difficoltà quotidiane, hanno deciso di rimanere fedeli a Cristo Gesù. Questo ci ha fatto ancora una volta riflettere sul privilegio che noi, come cristiani, abbiamo di poter esprimere liberamente la nostra fede e sull’importanza di pregare e di poter fare ciò che è nelle nostre possibilità, per coloro che non hanno questa opportunità.

[Foto: Daniele La Mantia]

Protestantesimo Rai 3. Come cambia il lavoro

Protestantesimo Rai 3. Come cambia il lavoro

Domenica mattina 3 marzo, alle ore 7.00, Rai 3 trasmette una nuova puntata della rubrica Protestantesimo, programma a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), con il servizio “Come cambia il lavoro”. 
Nella tradizione protestante il lavoro è uno strumento di libertà, un mezzo di crescita individuale e sociale, un’occasione per rispondere alla chiamata di Dio. Ma nel tempo presente la precarietà, lo sfruttamento, lo svuotamento dei diritti conquistati nel Novecento, i nuovi volti del capitalismo maturo mettono drasticamente in discussione l’idea del lavoro come base di una comunità unita che cammina verso la crescita economica, morale e civile. In che modo le chiese protestanti possono contribuire a una riflessione politica ed etica che ripensi globalmente la “vocazione” al lavoro?

Conduttore: Claudio Paravati. Autrice e autori: Nadia Angelucci, Michele Lipori, Davide Venturi. 
Le repliche della puntata andranno in onda martedì notte 5 marzo, alle ore 1.10, mercoledì notte 6 marzo, alle ore 1.10, e lunedì notte 11 marzo, alle ore 1.45 circa, sempre su Rai 3.

Rivedi le puntate di Protestantesimo su RaiPlay 
Protestantesimo è anche su Facebook e X 
Email: protestantesimo@fcei.it; protestantesimo@rai.it

[Immagine di copertima: Timon Studler – Unsplash]

 

 

 

 

 

 

 

Cartoline all’Unione europea per il diritto all’istruzione

Cartoline all’Unione europea per il diritto all’istruzione

Il progetto di Adra Europa ha coinvolto centinaia di bambini e ragazzi.

Notizie Avventiste – Accelerare l’accesso all’istruzione per tutti, a livello globale, è un obiettivo dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra), promotrice della campagna “Tutti i bambini del mondo a scuola, lanciata nel 2020. L’impegno continua in vari Paesi e in tanti modi.

Il 20 febbraio, in occasione della Giornata mondiale della giustizia sociale, Adra Europa ha acceso un faro di speranza nel Parlamento europeo, distribuendo cartoline speciali a più di 700 deputati. I messaggi sono stati scritti e disegnati da centinaia di bambini e ragazzi di chiese e scuole avventiste, dei campeggi estivi e dei gruppi scout di tutta Europa, impegnati in questo progetto negli ultimi otto mesi. Trasmettono i sogni e le speranze future dei piccoli autori.

“Anche i bambini dell’Italia hanno partecipato scrivendo delle cartoline per i parlamentari italiani all’Ue” ha affermato Dag Pontvik, direttore di Adra Italia.
“I ragazzi che dall’Italia hanno partecipato al Camporee europeo 2023, tenuto a Friedensau, in Germania, l’estate scorsa, hanno scritto qualche cartolina. Poi Adra Italia ha coinvolto gli scout di alcune chiese del nostro Paese per scrivere le cartoline restanti, in modo da dare voce anche alla nostra realtà italiana e del mondo” ha spiegato il direttore.

L’iniziativa ha ricordato quanto sia urgente la necessità di garantire il diritto all’istruzione per tutti i bambini, indipendentemente dalle loro condizioni sociali ed economiche. Ogni cartolina è stata una testimonianza di giovani cuori che desiderano la luce della conoscenza.

Joao Martins e Maja Ahac, di Adra Europa, hanno consegnato personalmente tutte le lettere.
“Distribuire queste cartoline è una ciliegina sulla torta, perché sono già cinque anni che ci muoviamo in difesa dei bambini” ha commentato Joao Martins “È stato un privilegio distribuirle perché ogni parola scritta e ogni colore dipinto rappresentano il sogno di un bambino, un sogno che merita di fiorire e di portare più luce nel mondo, così buio in questi giorni”.

Gli ha fatto eco Maja Ahac che ha sottolineato l’importanza dell’azione collettiva per far progredire le opportunità educative a livello globale. “L’istruzione non è solo un privilegio, ma un diritto umano fondamentale. Attraverso iniziative di collaborazione come questa, possiamo fare una differenza tangibile nella vita di milioni di bambini” ha dichiarato Ahac.

Il progetto “Tutti i bambini del mondo a scuola” riecheggia nei Paesi europei, per smantellare le barriere che avvolgono milioni di bambini nell’oscurità, privandoli del potere trasformativo dell’istruzione. Adra Europa si impegna a tessere un arazzo di opportunità, per garantire che nessun bambino venga lasciato indietro nel cammino verso le pari opportunità nella vita.

La distribuzione delle cartoline al Parlamento europeo simboleggia più di un semplice gesto; è un faro di speranza e un grido dei bambini per un cambiamento sociale positivo.

[Foto e fonte Adra Europa e Adra Italia]

Niscemi. L’Aisa alla Giornata mondiale del pensiero e BP Day

Niscemi. L’Aisa alla Giornata mondiale del pensiero e BP Day

Fabio Massa – Il 18 febbraio si è svolta a Niscemi, in piazza Vittorio Emanuele, la Giornata mondiale del pensiero. L’evento ha posto il focus sul tema “Il nostro mondo, il nostro futuro rigoglioso”. In contemporanea si è svolta anche la celebrazione del 22 febbraio, data nella quale si ricordano i compleanni di Lord Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout, e della moglie, Olave Baden-Powell, capo guida mondiale.

Hanno preso parte a questa manifestazione, denominata Baden-Powell Day, tutte le associazioni scoutistiche presenti a Niscemi: Aisa, Agesci, Cngei. In piazza erano presenti circa 150 persone, tra ragazzi, animatori e capi scout.

La giornata ha avuto inizio alle ore 9.00, con la disposizione in quadrato di tutte le squadre per l’alzabandiera e i gridi scout. Successivamente i ragazzi sono stati suddivisi, tramite alcuni giochi, in gruppi misti delle tre associazioni; sono stati accompagnati da altri capi scout nelle otto postazioni dove erano presenti i testimoni per lo svolgimento delle attività di laboratorio e analizzare i legami tra l’ambiente e le altre preoccupazioni globali emerse. I gruppi hanno sperimentato come sia possibile imparare dalla natura e lavorare con essa per creare un futuro più sostenibile, pacifico e sicuro.

Al momento del pranzo, si sono riuniti nuovamente in piazza tutti insieme. Sono seguiti i giochi dei Tizzoni, dei Lupetti, degli Esploratori e dei Rover, sempre con gruppi misti.

Alle ore 15.00, è iniziato il momento conclusivo in cui sono stati ricordati i fondatori dello scautismo. Hanno preso la parola: Gabriele Ciantia, pastore della chiesa avventista di Niscemi; don Massimo Ingegnoso e don Lillo Buscemi, parroci delle chiese cattoliche cittadine. Nei loro interventi hanno auspicato che, nel nostro piccolo, dobbiamo sentirci membri della società locale e dare un contributo concreto al nostro futuro e a quello di coloro che ci circondano.

Subito dopo si è svolta la cerimonia d’investitura degli scout dell’Associazione Italiana Scout Avventista (Aisa), con la consegna del fazzoletto locale. Marco Crescimone, responsabile dell’Aisa a Niscemi, ha preso la parola e ha spiegato il significato dei colori del fazzoletto, che rappresentano Niscemi, e il logo. È seguita la consegna del fazzoletto ai capi delle altre associazioni, Agesci e Cngei. In cambio, loro hanno omaggiato l’Aisa con i loro fazzoletti e i ritratti dei Baden-Powell.

L’evento si è concluso al suono dei gridi scout e con l’ammainabandiera.

[Foto: Marco Crescimone]

Della manifestazione ha parlato anche Today 24 online. Clicca qui per leggere l’articolo 

CeCsur. Analisi del jihad

CeCsur. Analisi del jihad

Notizie Avventiste – Il Centro culturale di scienze umane e religiose (CeCsur) di Firenze invita a un nuovo incontro con “Libro Amico”.

Mercoledì 28 febbraio, alle ore 11.00, sarà presentato il libro Analisi del jihad: dalla tradizione orale al cyberwarfare (Cspii 2023) a cura di Arianne Ghersi, analista geopolitica specializzata in Nord Africa e Medio Oriente e membro del Comitato di direzione della rivista Coscienza e Libertà, e Roberto Milani, Senior IT Manager ed esperto in cyber security
Interverranno Arianne Ghersi e Hanz Gutierrez, docente della Facoltà avventista di teologia.

L’appuntamento è presso la sala conferenze dell’Istituto avventista, in via Ellen Gould White 8 (zona Careggi, accanto al Cto) a Firenze. L’ingresso è gratuito.

L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming video su hopemedia.it/diretta-istituto-avventista
Per vedere le registrazioni di tutti gli incontri del CeCsur, visita l’archivio sul sito di HopeMedia Italia

(Aggiornato)

 

 

 

 

Le regole del gioco

Le regole del gioco

Nello sport, le regole disciplinano l’azione in campo. Nella vita di fede, possiamo interpretare allo stesso modo le indicazioni dei Dieci comandamenti? Una riflessione a cura dell’australiano Lee Dunstan, redattore di “Signs of the Times” per 25 anni.

Lee Dunstan – Si narra che la storia del gioco del rugby abbia avuto inizio nel 1823 in una scuola in Inghilterra, quando un certo William Webb Ellis “con grande disprezzo per le regole del calcio giocato ai suoi tempi alla scuola di rugby, per primo prendeva la palla tra le braccia e correva con essa, originando così il tratto distintivo del gioco”.

Presumo che stessero giocando a calcio e, probabilmente, la partita era piuttosto noiosa; quindi, l’azione di Ellis non mi avrebbe sorpreso. La storia, comunque, non è vera: è un mito con poche prove che sia veramente accaduta, non ultimo il fatto che, nel 1823, il gioco del calcio non era ancora stato inventato [il primo regolamento risale al 1848 nel Trinity College di Cambridge, ndt] né tanto meno praticato nelle scuole britanniche. Vero o non vero, rimane la leggenda, tanto che il trofeo della Coppa del mondo di rugby si chiama William Webb Ellis Trophy.

Nel 997, La città di Rugby, nel Warwickshire, eresse una statua commemorativa dedicata al gioco, che costò la bella cifra di 40.000 sterline. L’opera in bronzo rappresenta un ragazzo che corre con una palla ovale e si trova vicino alla famosa scuola e di fronte al Museo Webb Ellis, in un luogo dove nel diciannovesimo secolo si fabbricavano palloni.

È ironico che un gioco così ben normato sarebbe iniziato 200 anni fa con una violazione delle regole che vietavano l’uso delle mani nel football! I due codici del rugby [Rugby Union, a 15 giocatori, e Rugby League a 13 giocatori ndt] sono tra i giochi più tecnici e sono basati su regole, dove un’infrazione grave può comportare lunghe squalifiche. E questo rende molto rischiosa una strategia basata sulla violazione delle regole, il cosiddetto "fallo tattico".

Lo sport non è diverso dalla vita reale, che richiede una serie di leggi allo scopo di ottenere giustizia per tutti ed equità. Nella tradizione giudaico-cristiana, queste leggi sono i Dieci comandamenti della Bibbia che si trovano in Esodo 20 e Levitico 5, ma i suoi principi sono universali.

 

Il rugbista australiano Israel Folau, nel 2019, pubblicò un controverso post su Instagram basato sul testo biblico di Corinzi 6:9-10, secondo il quale i trasgressori impenitenti saranno condannati per l’eternità: "Attenzione: ubriachi, omosessuali, adulteri, bugiardi, fornicatori, ladri, atei, idolatri, l’inferno vi aspetta. Pentitevi! Solo Gesù salva". Le conseguenze della violazione delle leggi della vita – ci avvertiva Folau – sono gravi e perpetue.

Fuori dal campo di gioco, viviamo senza linee laterali chiaramente delineate o video replay; non c’è nessun arbitro che osservi ogni nostra mossa o che ci tenga all’interno del campo di gioco della vita. Sta a noi individualmente decidere come giocare. Ma come esseri umani tendiamo a vagare dove vogliamo; abbiamo bisogno di regole chiare per vivere e proteggere le relazioni.

Molti vivono nell’ignoranza di tali regole, alcuni le ignorano opportunamente, mentre altri agiscono in totale spregio a esse. Nel libro dell’Esodo, gli schiavi ebrei liberati, ancora a portata d’orecchio del Dio che aveva appena dato loro i comandamenti sul vicino Monte Sinai, scelsero di creare e adorare un idolo d’oro. Ed era sorprendente, perché avevano appena fatto una promessa ben intenzionata a Dio, dicendo: “Faremo tutto ciò che il Signore ha detto” (Esodo 19:8). Cedendo alle loro inclinazioni umane, si modellarono un idolo e lo adorarono.

Ma se ci pensiamo, tutti abbiamo preso delle decisioni e pochi giorni dopo le abbiamo dimenticate. Secondo un sondaggio australiano sui buoni propositi per il nuovo anno a cura di YouGov nel 2018, avremmo pianificato di mangiare più sano, di fare più esercizio fisico, di risparmiare più denaro… Come è andata per te? 

La narrazione plurimillenaria della Bibbia che traccia la storia del rapporto altalenante della nazione ebraica con Dio è la prova dell’incapacità umana di obbedire alla legge divina. Se consideriamo questo fatto è scoraggiante, poiché potremmo pure progettare di fare “tutto ciò che il Signore ha detto”, con le migliori motivazioni e intenzioni, ma falliamo. Anche il grande apostolo Paolo lottò contro questo aspetto quando scrisse: “Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Poiché ciò che faccio io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio” (Romani 7:14-15).

Allora come si affronta un dilemma così insolubile? 
Un episodio della vita del re Davide – il secondo re d’Israele – è istruttivo a questo riguardo e lo troviamo in 2 Samuele 11. Per usare un eufemismo, il re Davide commise un “errore morale”. Ma con un solo peccato, l’adulterio, ha infranto ognuno dei Dieci comandamenti (cfr. Esodo 20:1–17).

Cominciò con il desiderare la consorte del suo vicino, Betsabea moglie di Uria l’Hittita (decimo comandamento); commise il furto (ottavo comandamento) della “proprietà” (come erano considerate le donne in quella cultura) del suo servitore più fedele, che si trasformò in adulterio (settimo comandamento). Così facendo mancò di rispetto ai suoi genitori (quinto comandamento) abbandonando quello che gli avevano insegnato. Tutto ciò fu seguito dall’inevitabile insabbiamento, cioè la menzogna (nono comandamento) e la cospirazione omicida (sesto comandamento). In seguito, Davide riconobbe che i suoi peccati erano in definitiva atti contro la sovranità di Dio (Salmo 51:4): idolatria intenzionale ed egoistica, un insulto al nome di Dio e alla sua superiorità come Creatore (comandamenti dal primo al quarto).

Per Davide però – ed è qui la lezione – quella non fu la fine della triste storia poiché, quando il profeta Natan lo mise di fronte al suo misfatto, rendendosi conto dell’enormità di ciò che aveva compiuto, confessò la sua trasgressione con spirito contrito, gridando una preghiera di pentimento: “riconosco le mie colpe, il mio peccato è sempre davanti a me” (Salmo 51:3), e offrendo come riparazione il suo cuore spezzato e abbattuto (v. 17).

Il Salmo 51 spiega passo dopo passo come , uniti a Dio, affrontiamo la nostra incapacità umana nell’osservare la legge: la confessione permette il perdono, il perdono la grazia, la grazia la riconciliazione e la riconciliazione il reintegro. In modo tale che, alla fine, un assassino bugiardo e fornicatore possa essere descritto da Dio così: “Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere” (Atti 13:22). Nell’unico libro che conta davvero, il Libro della Vita del regno dei cieli, il peccato di Davide era stato cancellato. Cancellato come se non fosse mai stato commesso.

Questa si chiama grazia.

E la grazia trova la sua strada in posti e modi strani.

Stan Smith era un uomo estremamente violento, membro di un famigerato terzetto, la più famosa banda criminale australiana della seconda metà del ventesimo secolo, insieme ai complici Lennie McPherson e George Freeman. Smith detestava la droga, ma dopo gli anni ’60 si dedicò al lucroso affare della marijuana, accumulando una fortuna. Sulla costa orientale dell’Australia, i tre governavano la malavita. Protetti da poliziotti corrotti, furono coinvolti nell’omicidio di dozzine di criminali rivali. Smith stesso fu collegato a circa 25 sparatorie e 15 omicidi, ma trascorse in prigione solo poco tempo. Fu molto colpito dalla perdita di suo figlio a causa dell’eroina e, secondo la storia, uccise lo spacciatore che gliela vendeva travolgendolo ripetutamente con la sua automobile mentre giaceva privo di sensi sul marciapiede dove lo aveva atterrato.

Nel 2003, Stan “The Man” Smith fece una straordinaria inversione di marcia. Abbandonò la sua vita criminale, diventando un “uomo di Dio”. Nel 1996, un membro della Evangel Bible Church di Sydney gli aveva regalato un libro cristiano e il seme piantato aveva messo radici. Nessuno può sapere con certezza se la conversione di Smith fosse sincera, tuttavia, molti sostengono di sì. Era avvenuto qualcosa in lui; piangendo con cuore pentito, fu battezzato per immersione completa, risorgendo dall’acqua purificato dalle sue azioni passate. Un cristiano rinato.

Fino alla sua morte nel 2010, Smith ha studiato le pagine della Bibbia, ha cantato nel coro di una chiesa e ha distribuito volantini religiosi, oltre a cooperare con enti di beneficenza nello squallido Kings Cross di Sydney, il suo ex terreno di gioco. Accettando la morte di Gesù per i suoi peccati, così come era avvenuto al re Davide, i peccati precedenti di Smith non sono mai esistiti e l’eternità è diventata sua. Poiché, come spiega lo scrittore biblico, Cristo fu sacrificato una volta per togliere i peccati di molti; e apparirà una seconda volta, non per portare il peccato, ma per portare la salvezza a quelli che lo aspettano (cfr. Ebrei 9:28).

(Lee Dunstan è stato redattore di Signs of the Times per 25 anni, dal 1993 al 2018. Attualmente dirige i servizi cristiani per le persone cieche e ipoudenti. Una versione di questo articolo è apparsa per la prima volta sul sito web Signs of the Times Australia/Nuova Zelanda ed è stata ripubblicata con il suo permesso).

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

 

 

Chiamati per la missione

Chiamati per la missione

Aspettando l’Assemblea Amministrativa 2024 dell’Uicca.

Notizie Avventiste – La XXVII Assemblea Amministrativa dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno (Uicca) è alle porte. Si terrà dal 3 al 6 marzo, a Grosseto, presso la Residenza Principina. “Chiamati per la missione” è il tema scelto, ispirato al testo della Prima lettera di Pietro che dice: “Ma voi siete la gente che Dio si è scelta, un popolo regale, di sacerdoti, una nazione santa, un popolo che Dio ha acquistato per sé, per annunziare a tutti le sue opere meravigliose” (1 P 2:9, Tilc)).

Delegati di tutte le comunità avventiste in Italia saranno chiamati a scegliere gli officer (presidente, segretario e tesoriere) e i responsabili dei dipartimenti dell’Uicca. Tra gli altri compiti, discuteranno e approveranno i rapporti del lavoro svolto negli ultimi cinque anni e definiranno le linee guida per la missione nel prossimo quinquennio

“È vero, si tratta di un evento in cui buona parte del tempo che i delegati trascorreranno assieme, sarà dedicato all’analisi di dati e rapporti tecnici e amministrativi” ricorda il past. Andrei Cretu, attuale presidente dell’Uicca, nel suo editoriale sul mensile Il Messaggero Avventista di gennaio.

“Desidero però” aggiunge “invitare tutti i partecipanti all’Assemblea a inquadrarla nella prospettiva della missione della chiesa… Una missione da svolgere all’interno di un contesto di continua emergenza, come risulta dall’ultimo studio Censis 2023 sulla situazione sociale del Paese. Una società impaurita dal clima, dalla situazione socioeconomica, dagli sconvolgimenti e conflitti globali, terrorismo e molto altro ancora”.[1]

Nella crisi socioeconomica e valoriale in cui viviamo, “l’invito dell’apostolo Pietro è più attuale che mai” rileva il presidente. E aggiunge: “Egli sottolinea la misericordia di Dio nei confronti dei credenti, ricordando che sono suoi. Sono stati rigenerati da un ‘seme incorruttibile’ (1 P 1:22-25), acquistati a caro prezzo, scelti. Al di là dell’appartenenza culturale, età o genere, è una chiamata particolare al ministero, a un sacerdozio egualitario nel battesimo di Gesù (Ga 3:27,28). I credenti sono chiamati, secondo i doni che lo Spirito concede (1 Co 12:14), ad annunciare le sue opere meravigliose, manifestazioni della sua grazia a rivelare Dio per quello che è: un Padre amorevole, misericordioso, pieno di compassione, paziente e fedele (Sl 103:8; Es 34:6), l’unica speranza e salvezza in mezzo allo smarrimento del mondo”.

“Il Signore guidi i lavori e le decisioni che saranno prese durante la prossima Assemblea, affinché il popolo chiamato annunci le sue opere meravigliose” conclude il past. A. Cretu.

[1] https://www.censis.it/rapporto-annuale, consultato il 4 dicembre 2023.

 

 

 

 

Culto evangelico Rai Radio 1. Una questione di volontà

Culto evangelico Rai Radio 1. Una questione di volontà

Domenica 25 febbraio, alle 6.35 del mattino, potremo ascoltare una nuova puntata del Culto evangelico sintonizzandoci su Rai Radio 1. Luca Baratto, pastore valdese e responsabile del programma, terrà la predicazione sul tema “Una questione di volontà”, basata sul testo di Marco 1:40-42.

Il programma proseguirà con il notiziario dal mondo evangelico e la segnalazione di alcuni appuntamenti.
Chiude la puntata la rubrica “Essere chiesa insieme” a cura di Paolo Naso.

Clicca qui per ascoltare le puntate del Culto evangelico già andate in onda.

 

 

 

 

Accendi la tua vita di preghiera

Accendi la tua vita di preghiera

Torna la Gip delle donne avventiste. Pulpiti al femminile sabato 2 marzo.

Lina Ferrara – Come ogni anno, anche in questo 2024, il primo sabato di marzo è dedicato alla Giornata internazionale di preghiera (Gip) delle donne avventiste. Il 2 marzo, i pulpiti di diverse chiese in Italia e nel mondo saranno al femminile. “Accendi la tua vita di preghiera” è il tema che sarà sviluppato durante il sermone del mattino e il seminario del pomeriggio.

“Come va la vostra vita di preghiera?”, chiede Heather-Down Small, compianta direttrice mondiale dei Ministeri Femminili scomparsa all’inizio di gennaio, nell’introduzione alle risorse della Gip 2024. 
“Cosa rispondereste?” continua “Direste: ‘È ben accesa!’. Oppure: ‘Va tutto bene’. O altrimenti potreste essere veramente oneste e dire: ‘Langue, è inesistente e ha bisogno di aiuto’. Bene, qualunque sia la vostra risposta, queste risorse sono per voi. Il tema si concentra direttamente sull’aiutarvi a infiammare la vostra vita di preghiera, ma include anche altri ambiti della nostra crescita spirituale, che necessitano di essere ‘accesi’”.

Small conclude con un’esortazione che diventa ancora più significativa, oggi. 
“La mia preghiera è che, partecipando alla Giornata internazionale di preghiera delle donne avventiste di quest’anno, potrete aprire i vostri cuori e le vostre menti affinché lo Spirito Santo accenda un fuoco dentro di voi, che renderà potente la vostra preghiera, la vostra vita spirituale, le vostre relazioni, il vostro quartiere, il vostro posto di lavoro e anche la vostra chiesa. Che il fuoco dello Spirito Santo risplenda sui vostri volti, nelle azioni e nelle parole”.

Le risorse sono state preparate da Linda Mei Lin Koh, direttrice emerita dei Ministeri in favore dei Bambini presso la sede della Chiesa avventista mondiale, già responsabile dei Ministeri Femminili alla Regione Asia-Pacifico del sud della denominazione.

Il sermone 
Nel sermone, l’autrice individua quattro parole chiave che la preghiera può accendere: il cambiamento, la speranza, l’unità e il perdono. E affida il punto di partenza dell’intero percorso di  predicazione al testo biblico: “La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina, dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2 Pietro 1:3, 4).

Il seminario 
“Cinque benefici spirituali della preghiera” è il titolo del seminario in cui Linda Mei Lin Koh condivide il benessere che produce una connessione quotidiana e costante con Dio. Gli effetti positivi non riguardano solo la sfera prettamente spirituale o emotiva. Sono stati riscontrati anche benefici fisici. Secondo i medici, quando si prega, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna diminuiscono, e la respirazione diventa regolare. La preghiera riduce lo stress e promuove sentimenti di controllo e pace mentale.

Il seminario è strutturato in momenti di presentazione e altri di condivisione, per sollecitare la partecipazione di tutti i presenti e arricchire il bagaglio personale di ciascuno.

Infine, l’autrice propone un percorso di preghiera seguendo alcune donne della Bibbia. Sono cinque figure femminili che, grazie alla loro esperienza, aiutano a individuare gli aspetti importanti della vita cristiana. È un’attività molto pratica, da attuare in gruppo e all’aperto.

Sul sito ministerifemminili.avventista.it/ sono disponibili tutte le risorse della Giornata internazionale di preghiera 2024. 

 

 

 

 

La grandezza di una vita ordinaria

La grandezza di una vita ordinaria

Fin dalla tenera età siamo bombardati da messaggi che ci invitano a distinguerci, a diventare qualcuno, a spingere al massimo. I progetti di Dio per noi fioriscono anche in un percorso di vita che reputiamo comune.

Carmen Laiu – “Se fossi un medico e potessi prescrivere un rimedio per tutti i mali del mondo, prescriverei il silenzio”, disse il filosofo danese Søren Kierkegaard, spiegando che il vangelo non può essere ascoltato laddove il rumore è diventato un linguaggio a sé stante. Non sapeva quanto rumore avrebbe riempito i giorni, e soprattutto le menti e i cuori, delle persone che sarebbero vissute due secoli dopo di lui. L’autrice cristiana Ruth Chou Simons osserva che parte di questo rumore deriva dal nostro desiderio di vivere la vita al massimo, consumati dal desiderio di una gloria che attribuiamo a Dio, mentre cerchiamo di rivendicarne per noi stessi almeno una parte.

Perseguire la grandezza che non è destinata a noi 
I nostri cuori possono precipitarsi in un entusiastico “amen” quando qualcuno dichiara che Dio farà grandi cose con noi, ma Simons ci sfida a considerare la veridicità di questo messaggio. Dopo tutto, quali sono i nostri criteri per valutare la grandezza? È grandezza quando una madre rifiuta una promozione lavorativa a favore dell’istruzione dei suoi figli? Dio sta forse facendo qualcosa di straordinario quando uno dei suoi figli dedica la sua vita al servizio di alcuni dei suoi “minimi fratelli” (Matteo 25:40, ndr) pur rimanendo inosservato come coloro che serve?

“Ma vi esortiamo… a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare” (1 Tessalonicesi 4: 10, 11). La pressione nella quale spesso viviamo nasce proprio perché dimentichiamo che nel nostro rapporto con Dio noi ci rimpiccioliamo e lui cresce; è solo quando smettiamo di vivere per noi stessi (e per la nostra immagine) che la gloria di Dio può essere vista nei nostri atti di obbedienza, grandi e piccoli, conclude l’autrice.

Avendo conosciuto fin troppo bene il gusto del “successo” che ha divorato le gioie ordinarie della vita, l’autore cristiano Chad Bird mette in guardia dai pericoli che nascono dall’ambizione di “essere qualcuno”. Dovremmo sforzarci di soffocare le nostre ambizioni di fama, denaro o qualsiasi altra cosa enfatizzi la nostra importanza. Sogni così grandi possono diventare “incubi ancora più grandi”, che schiacciano la nostra speranza e la nostra fede mentre inseguiamo il prossimo “grande obiettivo”, nota Bird, ricordando ai suoi lettori il consiglio dell’apostolo Paolo di vivere una vita tranquilla (cfr. 1 Tessalonicesi 4:11).

Ma vivere una vita tranquilla significa avere aspettative mediocri? Bird sottolinea che si tratta di concentrarci sulle cose che contano davvero. Invece di sprecare la vita sognando (o anche realizzando) cose che ci mettono sotto i riflettori, è meglio lasciarsi prendere dai bisogni di coloro tra i quali Dio ci ha posto, per servirli al meglio. Lasciarsi conquistare dalla semplicità e dall’umiltà che hanno caratterizzato la vita di Gesù, dalla mangiatoia alla croce, invece di farsi sviare dall’ambizione di dimostrare chi si è.

Non c’è niente di sbagliato nel voler far parte del grande piano di salvezza di Dio, ma “c’è una linea sottile tra il volere che Dio ti usi per la sua gloria e volere che tutti lo sappiano”, scrive il pastore Garrett Kell. Ci sono alcuni segnali d’allarme che indicano il nostro diventare “ladri di gloria”, sostiene il pastore. Il primo è che anche noi vogliamo essere apprezzati, non solo il Dio che serviamo. Kell confessa che a volte è uscito deluso dalla chiesa perché avrebbe avuto bisogno di sentirsi dire di aver predicato un sermone meraviglioso, ma nessuno lo aveva fatto. Un altro sintomo preoccupante è quello di sentirsi frustrati o delusi quando Dio sembra trascurarci e usare altri al posto nostro, quando pensiamo che noi saremmo state le persone giuste. Diventiamo “ladri della gloria di Dio” anche quando siamo così impegnati a esibirci in pubblico da trascurare lo studio della Bibbia, il digiuno o la preghiera, quelle pratiche che mostrano quanto la nostra devozione al Signore mentre nessuno ci guarda. Potremmo accontentarci di servire anche se nessuno notasse e apprezzasse ciò che facciamo? Quando ci ritroviamo a competere per una grandezza che non era destinata a noi, la verità che può guarirci è sapere che Gesù è morto “per salvare i ladri di gloria da loro stessi”; e questo è un altro motivo per cui merita tutte le lodi, conclude Kell.

La grandezza dell’investimento dei talenti 
“A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà” (Luca 12:48), afferma Gesù. Ma cosa dire di coloro ai quali sono state date meno risorse, che sono stati dotati di minori talenti e che, proprio per questo, si sentono tentati di trascurare quel “poco” che è stato loro affidato?

Forse Taddeo, il discepolo il cui nome è menzionato solo nella Bibbia, si trovò di fronte allo stesso dilemma, scrive l’autrice Shannon Popkin: se non è un "Pietro" che ha ricevuto i cinque talenti, significa che è il servo che ne ha ricevuti due? E se fosse così, avere meno risorse vuol dire rendere un servizio meno prezioso? Popkin sottolinea una serie di ragioni per cui dobbiamo diventare diligenti nell’investire i doni che riceviamo. Innanzitutto, ricevere di meno non significa che abbiamo ricevuto poco. Nella parabola dei talenti, il padrone distribuisce i talenti in modo apparentemente ingiusto: un servo riceve cinque talenti, il secondo due e l’ultimo solo uno. Ma, poiché un talento equivaleva a 6.000 denari, ed essendo un denario il compenso per una giornata di lavoro, colui che riceveva un talento riceveva effettivamente molto. In secondo luogo, Dio conosce le capacità e i limiti di ognuno, quindi riceviamo solo quanto possiamo sostenere. Infine, anche se le nostre capacità sono diverse (e quindi il nostro rendimento sarà diverso), la ricompensa è la stessa: il servo che ha ricevuto cinque talenti è ricompensato come quello che ne ha ricevuti due, segno che la dedizione con cui noi compiamo il lavoro è più importante dei risultati.

La grandezza di essere indispensabili 
Le cose banali e semplici della vita sono proprio quelle attraverso le quali Dio ci guida alla crescita e alla maturità, afferma l’autore cristiano Mark Shelley. A questa conclusione è arrivato dopo un periodo di cronica insoddisfazione per la sua esistenza "ordinaria". Ritenendo difficile che Dio potesse lasciare il segno in una vita tanto comune, accarezzò l’idea di andare in Africa per affrontare difficoltà e sfide insolite. Alla fine, si rese conto che il processo di trasformazione poteva avvenire non solo in circostanze estreme, ma anche in quelle normali. Dio è disposto (e capace) di cambiarci in modo che possiamo mettere la nostra trasformazione nelle sue mani, invece di avere paura di vivere l’esistenza ordinaria che ha preparato per noi. Una vita semplice può diventare straordinaria se indirizziamo le nostre ambizioni verso il giusto obiettivo.

“Le parole destinate a ispirare spesso sfiniscono”, osserva la scrittrice Melissa Kruger in un articolo che esplora l’immensa pressione che i messaggi provenienti dal mondo esterno esercitano su di noi. " Considera il ministero che hai ricevuto nel Signore e vedi di compierlo bene" (Colossesi 4:17, Cei). Questo è il motto che torna del continuo per contrastare tutte quelle voci che dicono di lavorare di più, sognare di più, vivere di più. Ciò che ci viene richiesto è di servire fedelmente là dove Dio ci ha posto. Se le mansioni di oggi sono prenderci cura della nostra famiglia, lavare i piatti o compilare in tempo i moduli delle tasse, possiamo adempierle come se le facessimo per Dio. Una vita semplice può diventare straordinaria se incanaliamo le nostre ambizioni verso il giusto obiettivo, conclude la Kruger.

Prendendo spunto dall’affermazione del famoso regista Alfred Hitchcock “il dramma è vita senza le parti noiose”, l’autrice cristiana Tish Harrison Warren osserva la nostra tendenza a desiderare che la vita cristiana sia spogliata dei suoi aspetti banali. Tuttavia, anche i compiti monotoni e le attività di routine fanno parte del piano di Dio per noi; niente di ciò che dobbiamo fare è così banale da non poter essere svolto alla sua gloria. È una verità che i cristiani devono ricordare ogni volta che cadono nella trappola di paragonarsi agli altri, osserva il giornalista Greg Morse.

Nel corso della storia, anche nella chiesa primitiva (che idealizziamo), le persone sono state tentate di pensare che alcuni doni e abilità fossero essenziali per la crescita e il rafforzamento della chiesa, e altri meno. L’apostolo Paolo, tuttavia, rifiuta questa visione e sostiene l’importanza di ogni membro del corpo di Cristo, indipendentemente dal ruolo a cui è stato chiamato. Se la salute del corpo dipende dallo stato di ogni singolo organo (1 Corinzi 12:12-30), allora anche il meno talentuoso tra noi è indispensabile agli occhi di Dio, che misura il nostro valore secondo il suo criterio esatto.

(Carmen Lăiu è redattrice di Signs of the Times Romania e ST Network)

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

 

 

 

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