Sesto San Giovanni. Matrimonio

Sesto San Giovanni. Matrimonio

Renzo Molinari – Il 4 febbraio, nella chiesa avventista di Sesto San Giovanni, gremita di fratelli e sorelle nella fede e un nutrito gruppo di invitati. Rodika Peniuk e Palma Cornejo Cristian Lenin sono convolati a nozze. Il nostro pastore, Adalbert Emanuel Lascu, e il past. Franco Evangelisti di Guerrino, gradito ospite, hanno officiato il matrimonio. Grande festa, quindi, anche perché gli sposi hanno atteso a lungo questo momento che sembrava non dovesse arrivare mai. Ogni volta, una difficoltà nuova si sommava alla precedente. Entrambi soffrivano per questa situazione che in qualche modo impediva loro di vivere serenamente la vita di chiesa. Poi, finalmente, anche grazie alle preghiere di molti, tutte le cose si sono messe per il meglio e siamo arrivati al fatidico giorno.

La sposa ha curato l’addobbo floreale, bellissimo. È stato allestito un ricco rinfresco e, alla fine, credo sia stato un giorno che Rodika e Cristian ricorderanno con emozione. Rimarrà anche nel cuore e nella mente di tutti i membri di chiesa e degli ospiti che hanno partecipato.

Gli sposi hanno ringraziato il dipartimento musica che ha allietato e fatto sì che tutto funzionasse per il meglio, e le diaconesse che si sono prodigate nell’allestimento della chiesa e del rinfresco.

La comunità prega che Dio benedica questa nuova famiglia della nostra chiesa.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Niscemi. Giornata della famiglia

Niscemi. Giornata della famiglia

Patrizia Cardaci – Sabato 10 febbraio, nella chiesa avventista di Niscemi, abbiamo vissuto la Giornata della famiglia e del matrimonio cristiano, ricca di insegnamenti e benedizioni. Abbiamo condiviso il messaggio sul tema “Nutri il tuo cuore: trovare la salute spirituale ed emotiva in un mondo in frantumi”.

La giornata è continuata con l’agape a casa della famiglia Ferrera – Ingallina. I momenti di riflessione e i giochi di potenziamento cognitivo ci hanno fatto riscoprire la voglia di stare insieme dopo il lungo periodo di Covid, che ci ha tenuti distanti.

[Foto: Licia Gutu]

Era un bambino scalzo…

Era un bambino scalzo…

La testimonianza di sir Doug Nicholls, partito da zero si è affermato come campione di football in Australia, fino a diventare pastore e attivista. Dentro e fuori dal campo, ha difeso la causa degli aborigeni, battendosi contro ogni ingiustizia e discriminazione

Braden Blyde – Gli sportivi sono spesso sulle pagine dei giornali più per le loro bravate fuori dal campo che per i loro risultati. Quindi, non è proprio una sorpresa che la più grande storia in arrivo dall’Australian Football League (Afl), la Federazione del football australiano (sport che si gioca con una palla ovale, ndr) non riguardi una finale emozionante o un giocatore straordinariamente abile. Anzi, secondo molti, l’eroe di questo racconto non avrebbe mai dovuto essere ricordato.

Sir Douglas Nicholls fu diffamato per la sua etnia, deriso per la sua altezza e trascurato da molti, nonostante i suoi successi. Eppure, non è mai esistito un uomo che abbia contribuito così tanto, dentro e fuori dal campo. Nicholls non è solo un’icona del football australiano, è molto più di questo. Il suo contributo al gioco, la cura per la comunità e il sostegno alla sua gente rappresentano davvero quella che forse è la più grande storia mai raccontata del football, se non addirittura della nazione.

Il ragazzo di Cummeragunga 
Nato nel 1906 a Cummeragunga, terra del popolo yorta yorta, l’infanzia di Nicholls fu un misto di libertà e traumi. Da ragazzo, trascorreva i pomeriggi ad affinare le sue abilità sportive senza scarpe, nel recinto per gli animali vicino alla missione indigena che lui e la sua famiglia chiamavano casa. Era l’epoca dell’Aborigines Protection Board (il Comitato per la protezione degli aborigeni, ndr) e delle numerose politiche oppressive del governo australiano. In questo luogo, Nicholls assistette all’allontanamento forzato di sua sorella da parte delle autorità governative. "Appena entrati hanno gettato in macchina le nostre ragazze senza pietà, con le loro madri aggrappate" ha ricordato “Vedo mia madre che si attacca a mia sorella sedicenne… L’hanno presa e gettata in auto”. La sorella fu mandata a Sydney come collaboratrice domestica. Alcuni anni dopo tornò incinta, prima di morire a soli 26 anni.

Il nipote di Nicholls, Gary Murray, ricorda questa esperienza straziante “che spinse il nonno a cercare di fare la cosa giusta per tutti”. All’età di 14 anni, Nicholls fu costretto a lasciare la casa e la scuola per trovare lavoro come operaio. Fu la mossa che alla fine aprì le porte al ragazzo appassionato di football, ma che lo ha anche esposto a una nuova serie di discriminazioni.

Un campione in tutto 
Alto solo 158 cm (il secondo uomo più basso che abbia mai giocato nella Afl), Nichols era muscoloso e velocissimo. Il suo atletismo naturale lo portò ad avere successo nella corsa, nel pugilato e nel football. "Era un campione in ogni cosa e allo stesso tempo" ricorda suo nipote Jason Tamiru “Per me è qualcosa di strabiliante".

Ma era il suo amore per la palla ovale che continuava a spingerlo in campo. Dopo essersi trasferito a Melbourne dalla regione di Victoria, Nicholls iniziò la sua carriera curando il campo del Northcote Football Club. Non passò molto tempo prima che il suo talento fosse notato. Gli venne chiesto di giocare nella squadra del Carlton. Giocò anche per il Fitzroy nel corso degli anni. Quando appese le scarpe al chiodo, era stato nominato due volte “Migliore giocatore” e aveva disputato tre finalissime, compresa quella del 1929 in cui la sua squadra vinse il campionato. A quel tempo, Nicholls era l’unico giocatore aborigeno, un fatto che attirò molta attenzione su di lui, in gran parte indesiderata e ingiustificata.

Una giornata buia 
In una vecchia registrazione in bianco e nero, sir Doug Nicholls riflette sul fatto che durante la sua carriera sportiva “non sono mai stato consapevole del colore della mia pelle. Sentivo di essere loro pari”. Probabilmente, il commento dice di più sul suo carattere che sulla realtà della sua esperienza nel football. Ci sono innumerevoli esempi di momenti in cui le parole e le azioni degli altri hanno ricordato a Nicholls che non lo consideravano uguale.

Un triste esempio è ciò che si verificò negli spogliatoi del Carlton dopo una partita. Nicholls aveva chiesto un massaggio, una cosa che veniva fatta a ogni giocatore per aiutarlo a recuperare, invece ricevette una risposta pungente: “No, non ti massaggeremo perché puzzi”. Sua figlia Pam Pederson ricorda: “Papà portò questo ricordo con sé per molto tempo, ma non ne parlava quasi mai. Doveva essere troppo triste". Negli ultimi anni, la squadra di calcio del Carlton ha riconosciuto i maltrattamenti avvenuti e ha cercato di fare ammenda. Ma per ogni affronto di cui si chiede scusa, probabilmente ce ne sono dieci o più che non sono stati scoperti.

Lotta per i diritti 
Dopo la sua carriera nel football, Nicholls divenne pastore dell’Aboriginal Mission Church di North Fitzroy (sobborgo di Melbourne, ndr), dove predicò chiari messaggi cristiani. Le sue congregazioni avevano un’unica visione: come popolo di fede, tutti dovrebbero dare un contributo alla comunità. Ed era un messaggio che predicava ancora di più con le azioni. Il trauma della sua infanzia, insieme alle esperienze di discriminazione subite durate tutta la vita, lo avevano portato a impegnarsi nelle questioni degli aborigeni.

Suo nipote, Gary Murray, ricorda che Nicholls diceva: "Per ottenere una melodia da un pianoforte puoi suonare le note bianche e puoi suonare le note nere, ma per ottenere l’armonia devi suonarle entrambe".

Era un messaggio che l’Australia aveva bisogno di sentire. Nicholls, insieme a sua moglie, lady Gladys Nicholls, trascorse mesi viaggiando in Australia per sostenere la propria gente e per difendere i diritti degli aborigeni. Non c’è dubbio che la coppia abbia svolto un ruolo fondamentale nell’assicurarsi uno schiacciante sostegno pubblico al referendum del 1967 in cui il 90% degli australiani votò “Sì” per i diritti degli indigeni.

Lady Gladys fu determinante anche nel portare sotto i riflettori la questione aborigena. Tra le altre cose, fu tra le fondatrici del Consiglio nazionale delle donne aborigene e isolane, e fondò un ostello per ragazze aborigene a Northcote (ora Lady Gladys Nicholls Hostel).

I coniugi Nicholls hanno lavorato insieme, instancabilmente, per migliorare le condizioni della loro gente a Melbourne, nello stato del Victoria e in tutto il Paese. E la loro eredità sopravvive ancora oggi.

Tutto ciò che uno sportivo dovrebbe essere 
Sebbene sir Doug Nicholls sia spesso definito un “giocatore di football”, ciò minimizza moltissimo quello che quest’uomo ha fatto, detto e rappresentato.

È stato un pastore, un attivista e il primo governatore dello stato aborigeno dell’Australia meridionale (per poco tempo, dal 1° dicembre 1976 al 30 aprile 1977, ndt). Ha incontrato il papa, è stato il re di Moomba e rimane l’unico giocatore di football australiano a essere stato nominato cavaliere.

Ogni anno, la Lega del football australiano (Afl) rende omaggio a questo grande uomo e calciatore ospitando la partita dedicata a sir Doug Nicholls.

Sebbene Nicholls fosse un campione a pieno titolo, la sua vita ha dimostrato che la vera grandezza travalica il semplice atletismo.

Fino al giorno della sua scomparsa nel 1988, Nicholls è rimasto un faro di vita e di speranza per molte persone, aborigene e non aborigene. I suoi amici e la sua famiglia ricordano che, anche durante la vecchiaia, la gente veniva solo per stringergli la mano. "Non appena gli stringevi la mano, eri a posto" dice Gary Murray “Sapevi di essere al sicuro. Eri con un uomo di cultura, un uomo di Dio, e questo era davvero importante per la gente”.

Dentro e fuori dal campo, sir Doug Nicholls incarnava un vero campione. Perseguiva l’eccellenza personale, serviva con tutto il cuore e resisteva a testa alta di fronte all’ingiustizia.

Sua figlia, Pam Pederson, forse ha riassunto al meglio la sua eredità quando ha detto: "Era tutto ciò che uno sportivo dovrebbe essere: era perfetto".

(Braden Blyde è un giornalista freelance di Adelaide, nell’Australia meridionale. Una versione di questo articolo è apparsa per la prima volta sul sito web Signs of the Times Australia/Nuova Zelanda ed è stata ripubblicata dietro autorizzazione).

Tutte le citazioni sono tratte da Amnesty International.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

 

 

 

 

L’epidemia di dengue in Paraná risveglia la solidarietà

L’epidemia di dengue in Paraná risveglia la solidarietà

Volontari avventisti hanno distribuito spuntini e rivolto parole di speranza e incoraggiamento ai pazienti in attesa di cure nella città di Apucarana.

Notizie Avventiste – Nello stato brasiliano del Paraná è in corso un’epidemia di dengue, la febbre di origine virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette. In alcuni luoghi si sono verificati dei decessi a causa della malattia. Secondo il bollettino del Dipartimento della Salute dello Stato (Sesa), a fine gennaio il Paraná ha registrato 16.693 casi confermati di dengue. Di questi, 2.707 si sono verificati ad Apucarana, il Comune con il maggior numero di conferme.

Andréia Bossa, responsabile di Ação Solidária Adventista (Azione avventista di solidarietà) di Apucarana, ha appreso dell’emergenza su internet e ha deciso di riunire alcuni fedeli della chiesa avventista del quartiere di Vila Nova per cercare, in qualche modo, di offrire aiuto a queste persone, come informa Notizie Avventiste del Brasile.

“Mentre seguivo la situazione sui social, ho notato che vi erano molte persone in fila, in attesa di assistenza. In base alla domanda, ho immaginato che queste persone sarebbero rimaste senza mangiare per ore. Mi sono detta che quelle persone avevano bisogno di cibo fisico ma soprattutto di cibo spirituale. Così ho chiamato alcuni amici” ha raccontato Andréia.

Epaminondas Rillo Pereira, direttore degli scout avventisti di Apucarana, è intervenuto nella distribuzione degli aiuti. Per lui, i ringraziamenti della gente sono stati la motivazione più grande.
“È stata un’azione meravigliosa. Un’esperienza piacevole. Usiamo la sanità pubblica e sappiamo quanto tempo ci voglia. Poiché vorremmo che anche qualcun altro lo facesse a noi, abbiamo deciso di farlo per gli altri. Vedere i sorrisi e la gratitudine delle persone è stato molto gratificante” ha commentato Rillo.

I volontari sono intervenuti dal 24 al 26 gennaio scorso. Oltre alle persone in attesa, hanno beneficiato del servizio anche gli operatori sanitari.

“Vi ringrazio per il vostro lavoro. Ho potuto vedere come cambiava l’atmosfera dopo che le persone avevano mangiato. Dio vi benedica veramente. Vi ringrazio per il vostro impegno e la vostra serietà. Anche questo è evangelizzare. Dio vi benedica” ha detto Ana Karine Alves Vieira, sovrintendente e coordinatrice dell’Unità di Terapia d’Emergenza.

Oltre a spuntini naturali, succhi e biscotti, sono stati distribuiti gratuitamente i libri missionari O Grande Conflito (Il gran conflitto) e O Último Convite (L’ultimo invito), e alcuni opuscoli su tematiche di fede e speranza.

“È stato bello mettere in pratica ciò che Gesù ci ha insegnato: aiutare gli altri tendendo una mano. Naturalmente, è stato un piccolo atto di solidarietà e compassione. Abbiamo portato un po’ di cibo fisico e spirituale in quell’ambiente così triste, a persone così deboli. È stato molto gratificante aiutarle” ha aggiunto Elisa Santos, responsabile dei Ministeri Femminili della chiesa avventista nel quartiere di Vila Nova, ad Apucarana.

Il gruppo di soccorso si è diviso in due sedi strategiche del servizio sanitario: il Centro di supporto per la dengue e l’Unità di Terapia d’Emergenza.

[Foto e fonte: noticias.adventistas.org/pt]

Un vestito nuovo. Incontro nazionale dei single avventisti

Un vestito nuovo. Incontro nazionale dei single avventisti

Notizie AvventisteDal 3 al 5 maggio, il Centro “Casuccia Visani”, a Poppi (AR), ospiterà l’incontro nazionale Adulti single avventisti (Asa) sul tema “Un vestito nuovo. Che cosa vuoi da me, Signore? La mia nuova identità oggi. La mia missione verso altri single”.

Organizzato dal Dipartimento Ministeri della Famiglia-Single Avventisti (Asa), saranno presenti, come relatori e facilitatori, il past. Gianfranco Irrera e Franca Zucca (entrambi organizzatori dell’evento), oltre alla partecipazione del past. Roberto Iannò, direttore del Dipartimento della Famiglia.

L’incontro inizierà venerdì 3 maggio, con la cena, e terminerà domenica 5 maggio, con il pranzo.
Il costo è di 70 euro a persona (vitto e alloggio per l’intero periodo).

Per le prenotazioni e per ulteriori informazioni, rivolgersi a:
Franca Zucca, cell. 349 868 3805; email: f.zucca@avventisti.it

Prenotazioni entro e non oltre il 12 aprile 2024

Ulteriori informazioni 
Supplemento di 15 euro al giorno in camera singola; supplemento di 20 euro al giorno in bungalow singolo; pagamento di 5 euro per lenzuola (se non si portano le proprie); pagamento di 3 euro per il kit asciugamani (se non si portano i propri).

Sono ammessi animali da compagnia ma solo per chi soggiorna in bungalow. Non sono ammessi negli spazi interni della struttura.

Menu vegetariano; in caso di diete, intolleranze e allergie, la struttura non è in grado di gestirle, può offrire un primo piatto a base di pasta senza glutine.

Eventuale riscaldamento: si paga a consumo.

Pagamento in loco: contanti, bancomat, carte di credito.

Clicca qui per scaricare la locandina.

Cesena. Inaugurato l’Emporio solidale

Cesena. Inaugurato l’Emporio solidale

Sosterrà la spesa delle famiglie in difficoltà socioeconomica. Tra i fondatori, anche Adra Italia.

Notizie Avventiste – L’Emporio solidale “Il Barco” è finalmente una realtà a Cesena. È stato inaugurato il 6 febbraio, nella sede provvisoria del Mercato Ortofrutticolo di Pievesestina, in attesa che siano restaurati i locali definitivi in via Guido Rossa, a Torre del Moro. Aspettare oltre, significava rimandare ancora la possibilità di aiutare in modo concreto le famiglie in difficoltà socioeconomica. L’Emporio (210 metri quadri) è, infatti, un vero e proprio minimarket dove fare la spesa quotidiana, oltre a offrire uno spazio accogliente di incontro e socializzazione. Il Mercato  ha anche messo a disposizione un luogo per il deposito delle merci.

Al taglio del nastro è intervenuto il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, accompagnato dell’assessora ai Servizi per la Persona e la Famiglia, Carmelina Labruzzo. Presenti anche i rappresentanti dei servizi sociali e del volontariato.

L’Emporio solidale è gestito dall’associazione “Il Barco Odv”, costituita ufficialmente a fine luglio 2022 da Auser, Croce Rossa Italiana, Adra Italia della Chiesa avventista, San Vincenzo de Paoli, Mater Caritas, Campo Emmaus, Centro di Aiuto alla Vita e Arci Solidarietà. 
Con la nascita di questa associazione “la rete di solidarietà cesenate si rafforzerà in maniera rilevante” aveva commentato Labruzzo, in quella occasione. Aveva anche evidenziato la scelta del nome “barco”, cioè covone o cumulo di biada, che pone l’accento sul lavorare insieme, investendo energie e risorse, con l’obiettivo di sostenere le persone socialmente ed economicamente fragili.

L’Emporio solidale offrirà beni e servizi ai nuclei familiari, e li accompagnerà in percorsi di autonomia. 
“Questa giornata per me è l’inizio di un progetto che abbiamo preparato dal 2020; e questa è solo la partenza” ha affermato Ugo Zanolari, vicepresidente dell’associazione “Il Barco Odv” e volontario Adra, dopo l’inaugurazione. 
“Adesso dobbiamo lavorare per fare il lavoro che avevamo deciso di fare” ha aggiunto “Ho vissuto questo periodo di preparazione con delle persone che ho chiamato ‘le formiche’, gente che si è data corpo e anima; quando avevamo bisogno, con un semplice messaggio erano presenti. Per me questo è stato qualcosa di meraviglioso. Ho fatto un sacco di conoscenze. Non vivevo in Italia e oggi mi sono creato una rete di amici. La seconda cosa, adesso ho queste formiche che mi sostengono e mi hanno detto ancora oggi: ‘Ugo, quando cominciamo?’. Per me questa è la più bella cosa, è un progetto meraviglioso”.

Qualcuno ha definito lo speciale supermercato “un’evoluzione del servizio di distribuzione di pacchi alimentari” da parte delle associazioni alle famiglie meno abbienti, e in qualche modo è vero, perché permette di scegliere i prodotti della spesa secondo le proprie esigenze.

All’inizio l’Emporio offrirà il suo servizio a cento nuclei familiari che potranno acquistare generi alimentari, prodotti per la casa e la cura della persona tramite una tessera dotata di un credito in punti, secondo un limite massimo spendibile in quattro settimane. Una decina di volontarie e volontari si alterneranno nel negozio tre giorni a settimana: lunedì e venerdì (dalle 13.00 alle 16.00) e mercoledì (dalle 11.00 alle 14.00).

A rifornire gli scaffali saranno, oltre alle varie associazioni, anche  le donazioni delle aziende del territorio e il recupero di prodotti non venduti, con relativo contrasto allo spreco alimentare. 

[Foto: Adra Italia]

 

 

 

 

 

 

Visione ambiziosa per l’uguaglianza di genere

Visione ambiziosa per l’uguaglianza di genere

Pari opportunità anche nelle scienze.

In occasione della Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, celebrata l’11 febbraio, pubblichiamo l’articolo di Sara Mosca, specialista in spettroscopia Raman al Rutherford Appleton Laboratory di Oxford. L’articolo è tratto dalla rivista Il Messaggero Avventista di questo mese.

Sara Mosca – La partecipazione femminile nelle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (Stem), è stata caratterizza da sempre da un significativo divario di genere, anche se la partecipazione femminile all’educazione universitaria ha raggiunto livelli significativi. Nel mondo, le donne costituiscono il 28% dei laureati in ingegneria e nella ricerca si stima ci sia un 33% di ricercatrici donne.

Ho studiato ingegneria fisica conseguendo poi un dottorato in fisica al Politecnico di Milano. Alle lezioni c’era una donna ogni 20 uomini per la triennale, percentuale che poi diminuiva ancora per la specialistica, una su 30. Questi numeri rispecchiano grossomodo la presenza delle donne anche a conferenze internazionali alle quali ho avuto modo di partecipare. Questa tendenza sta gradualmente migliorando in quanto si registra una maggiore presenza femminile, anche nelle cariche importanti a livello organizzativo della conferenza.

Nel 2015 si istituì l’11 febbraio come Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, con lo scopo di “sfatare miti, sconfiggere pregiudizi, superare stereotipi e accelerare il progresso promuovendo iniziative per favorire la piena parità di genere nelle scienze”.[1]

Riporto le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres: “Oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. […] Questa ineguaglianza sta privando il nostro mondo di un enorme talento e forza di innovazione inespresse. Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti”.[2]

Per questa giornata viene reso pubblico un documento dal quale riprendo la conclusione del 2023: “Il nostro è un appello all’azione: stiamo delineando una visione ambiziosa che trasforma il ruolo di tutte le donne e le ragazze in tutti i campi delle scienze per realizzare gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.[3]

Dagli ideali e dai propositi alle difficoltà concrete 
“Avere una visione che trasforma” implica un cambiamento di mentalità generale all’interno della società. Un fattore importante che compromette l’equità di genere è la mentalità sociale sulla donna che viene infusa nelle nostre menti sin da quando si è piccole dalla scuola materna. La bambina deve giocare con le bambole, deve essere brava, vestita di rosa, mentre i maschietti possono giocare con le macchinine e con le costruzioni. Si costruisce già dai primi anni questa differenza nel modo di vedere una bambina o un bambino e ciò incomincia a escludere la bambina dall’aprirsi a poter fare qualsiasi tipo di professione.

I numeri parlano chiaro, ogni 100 ragazze iscritte all’università solo 19 si dedicano a studi scientifici e tecnici, mentre 81 preferiscono frequentare facoltà umanistiche. Ecco perché auspico un cambiamento di mentalità che deve avvenire cominciando dalle nostre case e influenzare la società, la scuola e i governi. Solo allora avremo modo di vederne le conseguenze anche nei numeri delle ragazze che seguiranno un corso di discipline Stem. Ero considerata diversa solo perché avevo voluto fare un percorso di studi che era prettamente maschile e sopportare anche un po’ le battutine di qualche compagno o di qualche professore. Infatti, si pensa ancora che avere più donne in un laboratorio possa aiutare a mantenerlo pulito e non perché sappiano allineare un sistema ottico. Questa mentalità mette un freno alle giovani, quando vuoi affrontare un percorso in un’età che è già difficile soprattutto pensando alle fasi successive al conseguimento della laurea, e quello relativo al lavoro, per il quale la società non è in grado di offrirlo garantendo un’equità di salario tra uomo e donna.

Ancora oggi una donna che dedica la sua vita alla ricerca nel campo scientifico, come sto cercando di fare io, non ha altra possibilità che accettare il precariato per molti anni senza alcuna certezza che domani lavorerà ancora, e non può contare su sostegni adeguati ad aiutare, incoraggiare e stabilizzare i giovani in questa professione.

In un ambiente in cui devi garantire il 110%, ti senti quasi in colpa di dover sacrificare altri aspetti della tua vita, come ad esempio il desiderio di una famiglia, in un contesto in cui già tutto è precario e senti di dover dimostrare sempre il doppio o anche di più per poter provare che sei all’altezza di essere dove sei arrivata, di valere tanto quanto un uomo.

Cambiamenti importanti in Italia e in Europa si stanno facendo. Abbiamo diversi esempi di donne che ci hanno preceduto dando un contributo alla società nel campo della ricerca scientifica.

Purtroppo, in passato le donne scienziate sono state vittime di tanti furti. Cito il più noto esempio dell’“effetto Matilda” (fenomeno per il quale il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito a un uomo). Lise Meitner, la scienziata innamorata della fisica nucleare, nominata 49 volte al Premio Nobel per i suoi lavori sulla radioattività e la fisica nucleare, nonostante il suo ruolo essenziale, non è mai stato riconosciuto il suo valore dalla comunità scientifica di allora. Come lei, molte altre sono state derubate dei loro studi e delle loro scoperte perché erano donne, e il merito veniva attribuito a uomini che lavoravano con loro. Una donna a cui invece sono stati dati i dovuti riconoscimenti è Marie Curie che vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911.

Ecco cosa ha detto Anne L’Huillier, Premio Nobel per la fisica nel 2023, nel suo discorso: “120 anni fa, Marie Skłodowska Curie fu la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la fisica. Sono la quinta. In più di 100 anni, solo due donne hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica. Negli ultimi cinque anni già tre donne hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica! Spero che questa sia una nuova tendenza, che possa ispirare le nuove generazioni!”.[4]

Io sto facendo i miei primi passi in questa nuova generazione, vorrei condividere con voi l’ambito di ricerca su cui lavoro. 
Partecipo al progetto di ricerca in una collaborazione che vuole proporre una nuova piattaforma sia per la diagnostica sia per l’approccio terapeutico delle cellule tumorali, usando tecniche non invasive di spettroscopia nel vicino infrarosso. Utilizziamo dei laser per poter vedere e leggere la presenza di nanoparticelle che si vanno ad attaccare al tumore, e in questo modo possiamo anche caratterizzarle e visualizzarle all’interno dei tessuti.

Una volta che si riesce a localizzare le cellule tumorali con il laser, l’idea è quella di poter applicare un’altra luce che in qualche modo faccia morire queste cellule per effetto termico. In realtà questa è solamente una delle tante applicazioni che si possono fare usando la spettroscopia Raman, che è la tecnica che uso e che nella configurazione specifica viene denominata Spatially Offset Raman Spectroscopy (Sors – si tratta di una modifica che permette di vedere in profondità i tessuti e non solo). Un altro esempio di possibile applicazione che abbiamo recentemente pubblicato, utilizza la Sors per identificare prodotti falsificati dei vaccini Covid-19 attraverso il contenitore di vetro senza doverlo aprire.

Faccio parte di una équipe di ricerca molto diversificata e multidisciplinare in termini di background scientifico, e quello che vorrei sottolineare è che ogni scoperta non è di uno solo, si tratta di un contributo in condivisione, in cui anche noi donne possiamo fare la nostra parte per il bene collettivo. Avere l’opportunità di farlo, come gli uomini, è quello che si dovrebbe celebrare, secondo me, per la Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza.

Note
[1] Cfr. https://www.ao-pisa.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6098:sabato-11-febbraio-giornata-internazionale-delle-donne-e-delle-ragazze-nella-scienza&catid=217&Itemid=131   
[2] Cfr. https://www.onuitalia.it/giornata-internazionale-delle-donne-e-ragazze-nella-scienza-11-febbraio/ 
[3] Cfr. https://www.womeninscienceday.org   
[4] https://www.nobelprize.org/prizes/physics/2023/lhuillier/speech/  

Siti web consultati il 23.12.2023.

 

 

 

Sesto San Giovanni. SalutExpò e Dieci giorni di preghiera

Sesto San Giovanni. SalutExpò e Dieci giorni di preghiera

Franca Zucca – Domenica mattina 28 gennaio, il Dipartimento dei Ministeri per la Promozione della Salute della chiesa avventista di Sesto San Giovanni ha predisposto, nei propri locali, il percorso SalutExpò, offerto principalmente a persone che sono assistite dal coordinamento locale di Adra.

Vi è stata una buona partecipazione di persone che hanno sostato ai vari stand: da quello dell’accoglienza a quello dell’alimentazione e via via a tutti gli altri dove era possibile ricevere informazioni molto pratiche sull’esercizio fisico, il riposo, la temperanza/autocontrollo, la fede e altro ancora. La sosta agli stand prevedeva anche la compilazione di un questionario che veniva poi consegnato al medico il quale, all’occorrenza, forniva ulteriori consigli specifici.


L’aspetto significativo è stato il coinvolgimento dei membri di chiesa e, cosa davvero apprezzabile, dei nostri adolescenti che, peraltro, sono stati scrupolosi nello svolgere le loro mansioni (e si sono anche divertiti!).

Contiamo, come chiesa, di ripetere l’iniziativa, magari in altri luoghi. Il tema salute è particolarmente sentito e vogliamo cogliere l’opportunità della SalutExpò, come di altre iniziative della nostra comunità, per rispondere ai bisogni delle persone. Ci stiamo provando…  E queste iniziative mettono in moto la chiesa e creano aggregazione, solidarietà, empatia, ascolto.

La SalutExpò è un check-up gratuito che permette di valutare lo stato di salute delle persone misurando alcuni parametri fisiologici (peso, massa grassa, pressione sanguigna, glicemia, ecc.). SalutExpò è un progetto della Fondazione Vita e Salute.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Dieci giorni di preghiera 
I Dieci giorni di preghiera 2024 hanno avuto come tema “La preminenza della fede. Vivere le virtù cristiane in tempi difficili”. La chiesa avventista di Sesto San Giovanni ha vissuto, forse come mai prima, questi giorni come un’opportunità significativa di rivisitare il proprio stato spirituale, di stare insieme per condividere riflessioni sulla Parola e pregare. Gli incontri serali si sono articolati tra quelli on line e quelli nelle famiglie.

Ecco alcune testimonianze.
Gruppi online 
“Dai Dieci giorni di preghiera ho tratto un insegnamento prezioso: creare il vuoto, vuoto dalle cose, dalle azioni e dai pensieri. Sono solita ascoltare diversi sermoni su YouTube, magari mentre svolgo mansioni di riordino. Ritengo ciò una pratica sana, sento che mi fa bene, ma una delle riflessioni affrontate durante i dieci giorni diceva proprio che riempirsi troppo anche di attività o ascolti spirituali, potrebbe togliere spazio e silenzio alla voce di Dio, che a volte deve parlarci personalmente. E lì dobbiamo tacere, aspettare e ascoltare. Come cristiani siamo propensi a volte a ritenere “giusto” tutto ciò che riguarda il nostro Dio, anche le attività sabatiche, ma Dio ci ha dato anche un riposo, che in parte va speso in servizio per il Signore, in parte va utilizzato per aprire quel canale privilegiato e diretto che unisce la creatura al suo Creatore. Come dire, sì, giusto, ascolta, leggi, studia, sono messaggi per tutti, ma “figlio mio, ascolta ciò che ho da dire a te e a te solo”. (Paola Cacciatore)

“Personalmente ho partecipato a nove giorni su dieci e posso dire che è stato come fosse un po’ sabato ogni giorno. Sono usciti degli spunti molto interessanti, anche R un paio di sere ha partecipato. Non eravamo in tanti, ma per chi era presente sono state davvero delle belle serate. A me personalmente mancano già”. (Alessio Bellunato, del gruppo giovani)

Gruppi in famiglia 
“Abbiamo avuto chi per la prima volta ha partecipato a delle riunioni di preghiera ed è stato bene. Il gruppo non si è sciolto con la fine dei dieci giorni, ma continuerà a riunirsi. Questo significa che questi dieci giorni hanno portato dei frutti alla gloria del nostro Signore”. (Daniele Ricci)

“Nel nostro gruppo, anche M. V. (una signora che frequenta la chiesa) ha partecipato più assiduamente e mercoledì scorso è venuto anche suo marito che era contrario alla sua partecipazione al gruppo ed è tornato anche ieri sera. Alla fine dei dieci giorni ci siamo detti: ‘Ma come, sono già finiti? Era così bello trovarsi insieme tutte le sere per condividere riflessioni e preghiere’”. (Cinzia Caglia)

Il sermone del sabato conclusivo dei dieci giorni è stato tenuto da due giovani, Davide Naso e Amos Lo Jacono, e dall’anziano di riferimento dei GA (Giovani avventisti). Sono state presentate alla chiesa alcune delle riflessioni più significative tra quelle che, di per sé, erano già molto interessanti. Una parte importante, e molto sentita, ha avuto la preghiera, intesa come richiesta, intercessione, ringraziamento e lode.

Il nostro pastore, Ady Lascu, ha affermato: “Dopo questi dieci giorni, la nostra chiesa ha già due gruppi che continueranno a incontrarsi ogni settimana; e in ogni gruppo ci sono delle persone interessate allo studio della Bibbia. Io dico grazie Dio!”.

Protestantesimo Rai 3. Libertà religiosa: la legge che non c’è

Protestantesimo Rai 3. Libertà religiosa: la legge che non c’è

Domenica mattina 18 febbraio, alle ore 7.00, Rai 3 trasmette una nuova puntata della rubrica Protestantesimo, programma a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), con il servizio “Libertà religiosa: la legge che non c’è”.

Il 21 febbraio del 1984 è stata firmata nel nostro paese la prima Intesa, prevista dall’articolo 8 della Costituzione, tra lo stato italiano e la chiesa valdese. In questi quarant’anni tante confessioni religiose, anche non cristiane, sono arrivate alla sottoscrizione di un’Intesa con lo stato ma molte sono ancora in attesa e per queste è ancora vigente la legislazione di epoca fascista “sui culti ammessi”. Come superare questa frammentazione e arrivare a una legge organica in materia di libertà religiosa e di coscienza, coerente con le nuove e sempre più evidenti dinamiche religiose che si affacciano nel nostro paese?

Conduttore: Claudio Paravati. Autrice e autori: Nadia Angelucci, Giuseppe Bellasalma e Claudio Paravati.

Le repliche della puntata andranno in onda martedì notte 20 febbraio, alle ore 1.10, mercoledì notte 21 febbraio, alle ore 1.10, e lunedì notte 26 febbraio, alle ore 1.45 circa, sempre su Rai 3.

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Email: protestantesimo@fcei.it; protestantesimo@rai.it

 

Pavia. Consacrazione diaconi e diaconesse

Pavia. Consacrazione diaconi e diaconesse

Fernando Rubens Caramori – Sabato 27 gennaio, la chiesa avventista di Pavia ha consacrato nuovi diaconi e diaconesse. Yougens Decembre, Jenny Espinoza Ordonez, Roselin Volcy e Lukas Caramori hanno ricevuto l’imposizione delle mani e la benedizione da parte del nostro pastore, Daniele La Mantia, e degli anziani di chiesa.

La cerimonia si è conclusa con la consegna dei certificati di consacrazione.

La comunità accoglie con gioia questi nuovi diaconi e prega il Signore che li guidi e li sostenga nel loro servizio per la chiesa.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Padova. Gli scout Aisa visitano una struttura per disabili

Padova. Gli scout Aisa visitano una struttura per disabili

Donatella Listorti Nalin – Nel pomeriggio di sabato 3 febbraio, il gruppo Tizzoni (6-11 anni) dell’Aisa di Padova ha incontrato le persone disabili ospitate nel “Villaggio S. Antonio” di Noventa Padovana. Gli scout sono stati accolti da una ventina, tra uomini e donne, di ospiti della struttura, assieme ai loro operatori.

I Tizzoni e i loro animatori hanno allietato i presenti con un gioco di conoscenza, alcuni canti e bans, e un semplice laboratorio con la carta. Sono seguite la merenda e la preghiera del Padre nostro, tutti assieme, prima dei saluti finali. Fra Giancarlo, responsabile della struttura, ha espresso il desiderio di ricambiare la visita e portare, in rappresentanza, una parte dei nuovi amici presso la nostra chiesa avventista di Padova.

È stata un’esperienza positiva per grandi e bambini.

[Foto: Donatella Listorti Nalin]

 

 

 

 

 

Ecologia, filosofia, teologia. Ciclo di incontri a Firenze

Ecologia, filosofia, teologia. Ciclo di incontri a Firenze

Notizie Avventiste – L’Associazione laica di cultura biblica “Biblia”, la Società filosofica italiana (sezione di Firenze) e il Centro Culturale di Scienze Umanistiche e Religiose (CeCsur) invitano alla serie di incontri dal titolo “Ecologia, filosofia, teologia per una visione rinnovata del mondo vivente”. La serie, coordinata da Vilma Baricalla e Hanz Gutierrez, si svolgerà presso la Biblioteca delle Oblate, nella Saletta incontri Joice Lussu, in via dell’Oriuolo 24, a Firenze.

Il programma 
Gli appuntamenti in programma si terranno:
Mercoledì 14 febbraio, ore 16.00, Emidio Spinelli, della Sapienza Università di Roma e presidente nazionale della Società filosofica italiana, tratterà il tema “La sfida della responsabilità in Hans Jonas”.
Mercoledì 28 febbraio, ore 17.30, Hanz Gutierrez, della Facoltà avventista di teologia di Firenze e direttore CeCsur, interverrà sul tema “Verso una teologia della terra”
Mercoledì 13 marzo, ore 17.30, Vilma Baricalla, storica della filosofia, studiosa di discipline bibliche e vicepresidente della Biblioteca Filosofica, si occuperà di “Cristianesimo e questione animale: interrogare il testo biblico”
Mercoledì 27 marzo, ore 17.00, Piero Stefani, della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano e presidente nazionale di Biblia, tratterà l’argomento “Per una lettura biblico-ermeneutica del ‘Cantico di frate Sole’”.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni telefonare al numero 055 2616512, oppure scrivere a bibliotecadelleoblate@comune.fi.it

Clicca qui per scaricare la locandina.

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